Fabio Caserta è sempre bravissimo a nascondere il proprio stato d’animo. Ce l’ha fatta quando il Bari era al culmine di una crisi di gioco e di risultati, a maggior ragione sembra di «ghiaccio» oggi che i suoi ragazzi sono almeno riusciti a cancellare quel fastidiosissimo zero alla casella vittorie. Espressione serena ma attenzione maniacale nelle risposte. Mai come in questo momento traghettare un messaggio sbagliato potrebbe alzare ulteriormente la tensione attorno alla squadra. Anche perché aver battuto il Padova, in quel modo, non ha certo cancellato i dubbi sullo spessore del gruppo. Restano le difficoltà, le contraddizioni e l’impressione di una rosa mal assortita sul piano delle caratteristiche. La fase di non possesso resta un pericolosissimo tallone d’Achille al quale finora l’allenatore calabrese non è riuscito a porre rimedio.
Caserta, come ha vissuto la sosta ripensando agli abbracci dei calciatori durante e dopo la partita vinta in rimonta contro il Padova?
«Non sono stati giorni facili, credo molto nei ragazzi al di là dei risultati. Quello che si riesce ad instaurare con i giocatori è la cosa più importante, perché in questo modo nei momenti di difficoltà danno qualcosa in più. Era importante portare a casa i tre punti con il Padova. Ma non abbiamo fatto ancora nulla. Abbiamo sfruttato le due settimane per recuperare alcuni giocatori dal punto di vista fisico. Abbiamo lavorato su alcuni concetti, ci siamo preparati per fare una gara importante, contro una squadra che non è facile da affrontare».
Nikolaou è reduce dallo stop per un problema muscolare accusato nell’ultima partita di campionato prima della sosta. Quali sono le condizioni del difensore greco?
«Si è allenato con la squadra solo due giorni fa. È stato bravo con il Padova, perché al primo fastidio si è fermato evitando guai peggiori. Valuteremo se sarà disponibile, ci sono buone probabilità di vederlo in campo».
Si continua a parlare tanto dei vari sistemi di gioco.
«È l’interpretazione che conta, non i moduli. Abbiamo lavorato sia con la difesa a 3 che a 4. In difesa bisogna avere più attenzione. Non è colpa della difesa se subiamo tanti gol, la responsabilità è della squadra. Dobbiamo concedere meno agli avversari, tenendo più la palla. È un problema che bisogna risolvere, in tutti i reparti. Dopo tanti cambiamenti serve tempo, poi non abbiamo impattato bene. Solitamente una squadra arriva al top tra febbraio e marzo, noi dobbiamo cercare di accelerare e arrivare al top il prima possibile».
Che tipo di avversario è la Reggiana?
«È una squadra di categoria, fa bene le due fasi, è molto equilibrata. Ha giocatori davanti molto bravi ad attaccare lo spazio. Abbiamo lavorato sui nostri principi, dobbiamo essere bravi ad affrontare la partita con il giusto atteggiamento».
Finora il campo ha detto che il Bari dovrebbe imparare a «sporcarsi» le mani.
«Quando parliamo di seconde palle resto convinto che non abbiamo una squadra costruita per eccellere in quelle situazioni. Né per struttura né per caratteristiche. Non posso pretendere dalla mia squadra di giocare con la palla lunga. Ma dobbiamo essere più bravi nella lettura delle varie situazioni di gioco».
Verreth è recuperabile?
«Ha avuto qualche problema fisico a inizio settimana. Valuteremo se rischiarlo o meno».
A centrocampo, tra l’altro, non mancano le alternative. Tanti uomini ma quattro i più utilizzati.
«Maggiore è stato il meno utilizzato, è arrivato l’ultimo giorno. Anche Darboe all’inizio ha avuto qualche difficoltà. In base a quello che vedo in settimana scelgo. Sicuramente mi aspetto molto dal centrocampo, è lì che si decide la partita, dobbiamo essere molto più bravi nel saper gestire la palla. Credo che questa squadra abbia le potenzialità e le qualità per fare meglio, come avvenuto nelle prime gare. Braunoder ha quasi sempre giocato. Verreth è indispensabile per questa squadra, sui calci piazzati, dà equilibrio in fase difensiva. Ha pagato le tre gare in una settimana, ci aspettiamo tanto anche dagli altri. Serve una crescita costante da parte di tutti, sotto tutti i punti di vista, anche sotto porta. So che la squadra ha tanti margini di miglioramento».
Il fattore personalità.
«Il carattere e l’atteggiamento valgono molto più del sistema di gioco. A prescindere dall’avversario dobbiamo avere il carattere per ottenere il risultato. Dobbiamo pensare che ogni partita sia determinante.
L’importanza degli esterni.
«Dobbiamo fare qualcosa in più, soprattutto giocando con un sistema di gioco che punta sull’uno contro uno. Nel 4-3-3 se porti gli esterni dentro il campo devono andare al tiro».
Ha mai pensato ad un Bari più conservativo?
«Non penso che una squadra conservativa porti più risultati. Possiamo aspettare gli avversari nella nostra metà campo? Quando vai in pressione alta il rovescio della medaglia è che concedi di più. Ma sono convinto che se vai in pressione alta e con i tempi giusti ti difendi meglio. Poi ci sono momenti della gara in cui bisogna aspettare e ripartire. A me piace vedere una squadra che va in pressione in avanti. Poi è chiaro che se non si ha la condizione fisica ottimale diventa più difficile».
A che punto è la crescita di Partipilo?
«All’inizio non era in condizione ottimale. Forse ho sbagliato a lanciarlo. È stato un errore mio schierarlo dall’inizio. Dovevo gestirlo come ho fatto con Castrovilli. Ora però sta bene. Vuole dare qualcosa alla città, ed è normale che non sia felice. È un professionista serio, mai una parola fuori posto».
Gytkjaer è parso il lontano parente dell’attaccante capace di fare la differenza in serie B.
«Ha avuto un problema che l’ha tenuto fuori un mese. Dopo c’era da recuperare la condizione. Poi ha avuto un affaticamento all’adduttore la settimana scorsa. Abbiamo speso le due settimane per lavorare. Mi auguro di trovarlo il prima possibile, ci aspettiamo tanto da lui, soprattutto in termini di gol».