Bari-Sampdoria non è una partita qualsiasi per Ciccio Caputo. L’attaccante pugliese, doppio ex di questa sfida, ha vestito entrambe le maglie in momenti cruciali della propria carriera, lasciando il segno sia in biancorosso che in blucerchiato. A pochi giorni dal match del San Nicola, Caputo racconta emozioni, ricordi e sensazioni legate a due piazze rimaste nel cuore.
Caputo, come vive una gara come Bari-Sampdoria?
«Sono state due esperienze importanti della mia carriera. Due realtà vissute in momenti particolari, se così possiamo dire. Però, di sicuro, sono due piazze rimaste nel cuore. Bari, lo sappiamo, la sento molto essendo figlio di questa terra. Alla Sampdoria ho vissuto un anno e mezzo personale difficile per questioni societarie. Ma, allo stesso, tempo, ha rappresentato la maglia più importante indossata».
C’è un episodio o un gol particolare che la lega a questa sfida?
«Per quanto riguarda il Bari, senz’altro la tripletta contro il Grosseto in serie B con Antonio Conte nell’anno della promozione in A. Indimenticabile. Invece, su sponda blucerchiata, il gol di quattro anni fa nel derby contro il Genoa in una stagione difficile. Segnare davanti ad un pubblico eccezionale è stato emozionante».
Entrambe arrivano allo scontro diretto dopo un inizio di campionato complicato. Cosa non sta funzionando?
«Sono molto sorpreso. Per il mercato e per il blasone delle piazze. Per ciò che attiene la Sampdoria, ero fortemente convinto che dopo un campionato negativo si sarebbe ritrovata e ripresa con tutto l’entusiasmo che trasmette la gente doriana. Magari non per puntare alla promozione diretta, quanto almeno per i playoff. Lo stesso vale per il Bari. In passato ho già dichiarato che ha chiuso un mercato importante, ma in questo momento ritroviamo due squadre in completa difficoltà. Per entrambe, non sarà facile risalire la classifica di questo momento».
Pensa che abbiano gli uomini per riprendersi?
«Sono trascorse appena quattro partite. Di sicuro, per quello che ho visto, il Bari meritava qualche punto in più. Della Samp non mi aspettavo una partenza del genere, ma le difficoltà ci sono e si sono viste».
La Samp sembra ancora pagare il contraccolpo della retrocessione poi annullata. Mentre il Bari ha perso lo slancio da un paio d’anni. Chi delle due ha più difficoltà psicologiche da superare?
«Bari e Sampdoria vivono situazioni molto simili. Due realtà importanti anche a livello nazionale. Due squadre con una storia. Tifosi incredibili. Vanno quasi di pari passo. Vederle così sotto è dura da accettare. Non vivono un buon momento. Quando cambi tanti giocatori, i nuovi portano entusiasmo e idee diverse. Per questo, serve che si incastrino tanti fattori nel modo giusto. Purtroppo, in questo momento, in queste due realtà non si è creata ancora la giusta alchimia».
Come giudica il rendimento offensivo delle due squadre? Entrambe hanno segnato solo due gol.
«In questo momento, nella Sampdoria un contributo di peso può arrivare da Massimo Coda. Lo conosciamo tutti. Un giocatore esperto, di spessore tecnico e con una carriera importante alle spalle. Lui, con qualcun altro, potrebbe risollevare le sorti della sua squadra. Da fuori è facile parlare, ma non sappiamo realmente cosa accade all’interno del gruppo. Per quanto riguarda il Bari, la situazione è davvero delicata. Bisogna compattarsi, avere equilibrio e remare tutti dalla stessa parte. Se si inizia a fare confusione diventa dura per tutte componenti, tifosi inclusi. Quindi, occorre pazienza e cercare la giusta idea per uscire da questa situazione creando fiducia ed entusiasmo».
Segnare può dipendere anche dal vestito tattico?
«Bari e Sampdoria hanno giocatori importanti e organici di valore. Caserta a me piace. Donati è un mio carissimo amico, l’ho seguito nell’avventura da allenatore. È alla prima esperienza nel campionato italiano di B, un torneo difficile. In una grossa piazza, potrebbe aver incontrato qualche criticità. Al di là di questo, sono del parere che in squadre che lottano per il vertice gli attaccanti sono fondamentali. Se hai quelli giusti, fanno la differenza. In Italia si fa fatica a trovarli. Nel Bari, poi, elementi come Bellomo, Castrovilli e Partipilo - che conosco bene - potranno far valere il loro rapporto diretto col territorio. Anche se sa soli non possono cambiare le sorti. Da esterno, cercherei l’unione tra le varie componenti per quanto capisca che i tifosi abbiano le proprie idee. Per il bene della squadra, c’è bisogno di unione tra le parti. Le critiche alle società non vanno fatte pesare alla squadra che potrebbe subire riflessi negativi».
Chi vede favorito sabato?
«Se valutiamo e analizziamo i numeri, probabilmente verrà fuori un pareggio. Potrebbe essere un confronto per non farsi del male. Il Bari gioca in casa e potrebbe avere qualcosa in più. L’amicizia tra le tifoserie ed un pubblico che potrebbe essere numeroso porteranno fuori l’entusiasmo e allo stesso tempo il malumore».
Se fosse nello spogliatoio di una delle due squadre, che tipo di messaggio cercherebbe di trasmettere ai suoi compagni prima del match?
«La compattezza della squadra col mister è decisiva. Tante dinamiche di gestione interne non le conosciamo. Da ex uomo di campo, direi ai ragazzi di prendere consapevolezza della fase difficile e di uscirne con le proprie forze per ottenere il massimo».
Guardando oltre la partita, che percorso si aspetta da qui a fine stagione?
«Prima del campionato, ho fatto una graduatoria e avevo inserito entrambe nei playoff. Perché sono attrezzate per fare un certo tipo di campionato. Al presente, sembrerebbe essere tutto il contrario. Tuttavia, c’è tempo per rilanciarsi e risalire posizioni. Dipende da tanti fattori, molto dai calciatori».