Onorevole Dario Iaia, deputato ionico di FdI, l’Italia ormai da anni senza mondiali è alle prese con una rifondazione. Come vede il nuovo corso di Roberto Mancini?
«È una squadra nuova con energie giovani. Mi fido del ct: è stato un grande calciatore, ha vinto gli Europei. Sono speranzoso…».
Ci salveranno gli oriundi come il bomber Mateo Retegui?
«L’Italia ha avuto sempre una grande tradizione di oriundi, ma alla fine la svolta viene da noi italiani, compresi gli oriundi. Torneremo protagonisti nello scenario mondiale».
Il suo cuore è giallorosso. Come nasce questa passione?
«Risale allo scudetto vinto nel 1982. Era la Roma di Conti, Falcao, Pruzzo, Di Bartolomei. Il mio allenatore di quando ero ragazzo, Salvatore Marzullo, era tifoso dei lupi».
Dove arriverà la Roma di Mourinho?
«Può raggiungere obiettivi ambiziosi, ma servono investimenti. La cosa positiva è che dà spazio ai giovani e agli italiani. Così possono mostrare il proprio valore i nuovi talenti come Zalewski ma anche Volpato».
Ha un giocatore del cuore, da poster in camera?
«Francesco Totti. L’ho visto dal vivo all’Olimpico. Un marziano».
La prima volta sulle gradinate di uno stadio?
«Nello stadio della mia città, per seguire il Sava in prima e seconda categoria, e poi quando stavamo per vincere il torneo di Eccellenza. La partita che porto nel cuore è all’Olimpico, Roma-Barcellona: quando nel 2018 ribaltammo il risultato dell’andata, con una gara da sogno».
Come se la cavava con le scarpe tacchettate?
«Da ragazzo sono stato un centrocampista con proiezione offensiva. Sono stato nelle giovanili di una squadra locale, fino agli juniores, poi sono venuto a Bari per studiare e ho giocato nei tornei universitari al Di Cagno Abbrescia».
Segue il Taranto?
«Quando posso vado allo Iacovone. Fare calcio nella città ionica non è semplice. Si devono mettere insieme più imprenditori insieme per rafforzare il club».
C’è un top player che assimiglia a a Giorgia Meloni?
«È come Totti: lei è una fuoriclasse dai numeri stratosferici».
Elly Schlein?
«È un centravanti che però segna poco: ricorda Marco Pacione con la maglia della Juve contro il Barcellona».
In Puglia la destra perde amministrative e regionali da quattro lustri. Come può tornare a cambiare colore politico la regione?
«Ci vorrebbe Mourinho (sorride, ndr). Ci vuole un candidato che sia una persona credibile e seria. Poi è necessario un centrodestra unito, senza titubanze, aperto al mondo civico e alla società. Ma dobbiamo partire per tempo per i prossimi appuntamenti elettorali».
Qui la destra ha al governo il ministro Raffaele Fitto e il sottosegretario Marcello Gemmato…
«Saranno i due grandi registi della riscossa: hanno una responsabilità nazionale, ma in Puglia daranno la giusta carica per il nuovo corso».