BARI - Si dice che i predestinati si vedano da dettagli particolari. E nella pur breve carriera di Sebastiano Esposito i segnali non sono certo mancati. A 16 anni ha vestito per la prima volta la maglia dell’Inter in Europa League, a 17 ha debuttato in Champions segnalandosi come il più giovane esordiente nerazzurro nel nuovo formato della Coppa Campioni, è stato il primo classe 2002 a debuttare in serie A: numeri che lasciavano presagire una carriera dorata. Ma, come ha opportunamente affermato Michele Mignani prima del match tra Bari e Spal: «Forse Sebastiano si è illuso che il suo percorso fosse tutto in discesa».
Già, perché le salite non sono mancate: sei mesi in chiaroscuro alla Spal, un’altra esperienza poco felice al Venezia, le parentesi all’estero con Basilea e Anderlecht tra qualche bagliore e tante pause. Ed ora, il Bari. Sebastiano adesso ha vent’anni, ma sulle spalle ha sopportato già tante prove: sa che in biancorosso non può fallire se vuole tornare alla svelta nel paradiso dorato da cui era partito. Perciò, ha intrapreso il percorso biancorosso con sobrietà, determinazione e…un gol al debutto. Da predestinato, appunto. Le suq qualità, d’altra parte, non possono passare inosservate: tecnica d’alto livello, testa alta, personalità, intelligenza nei movimenti. Mignani non ha esitato un secondo a gettarlo nella mischia, nonostante lo abbia avuto a disposizione appena quattro giorni e il suo trasferimento ai Galletti fosse stato ratificato soltanto l’ultimo giorno di mercato.
Forse con il ragazzo di Castellammare di Stabia, il tecnico ligure ha trovato la seconda punta ideale da affiancare a Cheddira. Esposito, infatti, ha la freschezza e lo spunto che non possono essere assicurati dai 38 anni di Antenucci, nonché la furbizia e la familiarità con il calcio italiano che Scheidler non ha ancora sviluppato. E, per caratteristiche, è più funzionale alle mansioni di punta pura che risultavano indigeste a Salcedo.
«Bari può essere una benedizione per Sebastiano», assicura Pasquale Marino, tecnico tra i più navigati ed apprezzati in B, nonchè suo allenatore alla Sapl, nel 2020. «Quando venne a Ferrara era davvero troppo giovane, in più era reduce da esperienze troppo altisonanti per la sua età. Non aveva avuto la possibilità di un percorso graduale, passando dal livello top alla difficoltà della cadetteria. Eppure, mi dispiacque perderlo nel corso del torneo: sul piano tecnico, possiede qualità impressionanti. Non posso non immaginarlo a breve in una big. Ora, però, ha una chance decisiva. Gli alti e bassi degli ultimi anni ne avranno forgiato il carattere: ora sarà più consapevole. È un ragazzo che ha bisogno di fiducia: in tal senso, la passione di una piazza come Bari potrà esaltarlo. Così come il suo talento può risultare determinante per le prospettive biancorosse. Il suo arrivo è stato poco reclamizzato: per me, invece, può rivelarsi il colpo più indovinato del mercato invernale».
I Galletti e Sebastiano, dunque, si apprestano a vivere quattro mesi tutti d’un fiato: chissà che un risultato clamoroso possa persino portare ad un proseguimento di un’avventura che, per ora, porta il 30 giugno come scadenza del prestito secco dai nerazzurri. Ma c’è di più. Perchè all’avventura barese Esposito chiede anche il pass per l’Europeo Under 21 in programma a giugno. L’anticamera per sognare quell’azzurro più intenso che tutti vedono nel suo futuro...