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Antonio Calò
26 Agosto 2020
LECCE - «Ho capito subito che in società c’è passione ed amore, la stessa che c’è nella piazza nei confronti della squadra, ed ho compreso che ci sono i presupposti per lavorare in sinergia, attraverso la condivisione di progetti ed idee. Così è stato quasi naturale accettare la proposta del club salentino, che ho apprezzato negli anni scorsi, anche per la maniera con la quale la proprietà ha sempre sostenuto il lavoro del collega Liverani. Non è scontato che ciò accada in un mondo che è spesso umorale».
Va al nocciolo della questione, Eugenio Corini, neo allenatore del Lecce, nel giorno della sua presentazione, soffermandosi su un tema, l’avvio di un ciclo dopo la retrocessione in B,, che viene sviscerato anche dal presidente Saverio Sticchi Damiani e dal responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino.
«In questo momento della mia carriera - afferma il trainer di Bagnolo Mella - cercavo una opportunità del genere, la possibilità di inseguire obiettivi di rilievo, costruendoli giorno dopo giorno, con la consapevolezza che il lavoro, se fatto bene, paga sempre, al di là del singolo risultato. Il primo colloquio telefonico che ho avuto con il direttore Corvino è durato a lungo e non è terminato con un accordo ma, a conversazione conclusa, ho avuto la convinzione che sarei stato l’allenatore del Lecce, in quanto si è registrata condivisione di intenti».
Programma triennale non equivale a mancanza di ambizioni nel 2020/2021: «Si preannuncia un campionato cadetto altamente competitivo, nel cui ambito diverse formazioni punteranno in alto, dalle retrocesse ad alcune delle neopromosse, senza tralasciare le compagini che non ce l’anno fatta nel 2019/2020. Il Lecce si schiererà ai blocchi di partenza deciso ad essere protagonista. Si andrà sempre in campo per provare ad ottenere il massimo».
Sul modulo ha le idee chiare: «Quello base sarà il 4-3-3. Anche su questo c’è stata unità di vedute con Corvino. Costruiremo la rosa scegliendo calciatori con queste caratteristiche. Per quel che riguarda i giocatori attualmente in organico, per me è fondamentale che siano fortemente motivati a restare, che abbraccino senza riserve il progetto».
Sticchi Damiani dice: «Con Corini intendiamo aprire un ciclo, che sarà triennale, come quello iniziato con il responsabile dell’area tecnica Corvino. Il Lecce è abituato alla programmazione, che non muta in base all’emotività determinata da un risultato, positivo o negativo che sia. Il nostro nuovo allenatore può lavorare serenamente. Da avversario, l’ho apprezzato sulla panchina del Brescia, nel 2018/2019, nel torneo cadetto che ha salutato la promozione del Lecce e delle “rondinelle”. Di persona, l’ho conosciuto negli ultimi giorni ed ho avuto la conferma che abbiamo fatto la scelta giusta in quanto, oltre ad essere un bravo professionista, rispecchia i valori ed il modo di intendere il calcio del nostro club».
Corvino si sofferma sul triennale firmato da Corini: «Non sono solito legarmi tanto a lungo ad un allenatore con il quale non ho mai collaborato in precedenza. In questo caso ho fatto un’eccezione, fidandomi del mio intuito, che mi ha detto che è l’uomo giusto per il nostro progetto. La scelta è caduta su di lui per la qualità e per la cultura del lavoro che lo caratterizzano». Sul mercato aggiunge: «Ad oggi non ho ricevuto offerte per i calciatori che abbiamo sotto contratto. Sia chiaro a tutti che il Lecce non sarà terra di pascolo per altre società. Avremo i nostri tempi, sia in entrata che in uscita, che dovranno essere rispettati da tutti. Nessuno escluso».
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