Una corsa sfrenata, una mano battuta sul petto e poi le lacrime a rigargli il viso. Marco Mancosu l’ha fatto di nuovo: dopo aver segnato alla Juventus si è ripetuto con l’Inter. Domenica pomeriggio però l’emozione è stata difficile da trattenere nell’esultanza.
Ha preso per mano il Lecce sull’orlo della quinta sconfitta consecutiva in campionato e l’ha tirato su, permettendogli di conquistare un pareggio che porta un punticino alla classifica, ma che per il morale della squadra e dell’ambiente vale come una vittoria.
Quella del centrocampista sardo sembra una favola, alla quale stenta a credere anche il protagonista principale. «Fatico a realizzare di aver segnato contro l’Inter e la Juventus», ha detto il capitano giallorosso subito dopo la sfida contro i nerazzurri. Fino a qualche anno fa segnare contro entrambe le contendenti allo scudetto era qualcosa di troppo grande perfino da sognare, eppure è accaduto per davvero. A 31 anni Mancosu si è preso il palcoscenico della serie A, dopo aver calpestato per tante stagioni i campi sfatti delle serie inferiori.
Quando è arrivato nel Salento nell’estate del 2016, il centrocampista sardo era noto a tutti come un elemento ottimo per la serie C, che per una serie di circostanze non era mai riuscito ad arrivare nel grande calcio. Con la maglia giallorossa fece bene già al primo anno nell’allora Lega Pro, ma non riuscì a conquistare la promozione in serie B. Obiettivo centrato l’anno seguente, quando sulla panchina del Lecce è arrivato Fabio Liverani, un fattore decisivo per la carriera del centrocampista ex Cagliari. Il tecnico romano ha saputo sfruttarne al massimo le doti, mettendolo al centro del suo progetto tecnico, a prescindere dal ruolo in campo. Lo ha trasformato da ottima mezzala in serie C a straordinario trequartista nella scorsa serie B, esaltandone le qualità di corsa e le capacità balistiche. Dopo la partita contro lo Spezia, che ha sancito il ritorno del Lecce in serie A, il centrocampista cagliaritano disse che quella promozione lo ripagava per tutti gli sforzi fatti in carriera e per tutta la polvere mangiata sui campi della serie C. Ma quel caldo pomeriggio dello scorso maggio, Mancosu non sapeva che il meglio sarebbe dovuto ancora arrivare.
La stagione in corso non è stata facile per lui: un infortunio in estate che ne ha compromesso la preparazione, la fatica per rimettersi al passo del gruppo e poi un problema muscolare che lo ha tenuto fermo un mese fra novembre e dicembre. Eppure, i numeri dicono che il capitano giallorosso è stato decisivo per la classifica della sua squadra. È il capocannoniere del Lecce con sei reti, quattro delle quali su rigore, ma soprattutto i suoi gol hanno portato ai pareggi contro Juventus e Inter e alle vittorie contro Torino e Spal. In totale, otto dei sedici punti conquistati dal Lecce portano la firma di Mancosu, che del Lecce è capitano e simbolo di una rinascita. È rimasto l’unico giocatore della rosa reduce dal doppio salto, che dopo essere passato attraverso la serie C e la serie B ora vuole portare a termine l’impresa più bella e difficile: conquistare la salvezza in serie A.