Martedì 16 Settembre 2025 | 14:59

Torre Guaceto, è corsa a 5 per la guida del consorzio

 
fabiana agnello

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fabiana agnello

Oggi si celebra la Giornata mondiale delle tartarughe marine

foto d'archivio

Malatesta punta alla riconferma, tra i papabili anche Roma e Rogoli. Intanto domenica liberata una caretta-caretta: «L’abbiamo chiamata Pal nella speranza che porti pace in quella terra martoriata»

Martedì 16 Settembre 2025, 12:51

«La chiameremo Pal, sperando che in poche settimane possa raggiungere quella parte del Mediterraneo, della Palestina, dove sta accadendo qualcosa di disumano. E che possa portare un senso di bellezza e di pace in quella terra martoriata. Noi vogliamo che le future generazioni vivano in fratellanza e in serenità». Con queste parole Rocky Malatesta - presidente uscente del consorzio di Torre Guaceto - ha chiuso la stagione estiva della Riserva, ringraziando tutte le autorità, le associazioni, la cooperativa Thalassia e il direttore Alessandro Ciccolella e augurando un buon inizio di anno scolastico ai tanti bambini accorsi con le famiglie per liberare il penultimo esemplare di caretta-caretta ricoverato nel centro di recupero «Luigi Cantoro».

«Questo è il senso di chiamare simbolicamente una tartaruga con il nome di un territorio che merita dignità e rispetto. Tanti bambini non ci sono più per atroci motivi. Quindi, evviva la nostra generazione di speranza». Certamente un momento emozionante per tutti i presenti, non meno per Malatesta, che quando si è insediato alla guida del consorzio nel 2021, aveva detto di voler radicare un concetto cardine: «La Riserva è simile a un luogo sacro ed è patrimonio dell’intera Puglia. Punteremo sull’innovazione per dare nuovo slancio alle politiche di tutela e promozione già avviate».

E se gli obiettivi saranno stati raggiunti secondo le comunità il Wwf, il Comune di Brindisi e soprattutto quello di Carovigno, lo confermerà una eventuale conferma a presidente del
consorzio, per la quale è nuovamente in corsa insieme a Erica Roma, Vito Uggenti, Tommaso Farenga e Domenico Rogoli. Mentre, all’incarico di consigliere del cda aspirerebbero Giuseppe De Biasi, Antonio Luigi Palmisano, Cosimo Julius Palmisano, Nico Francioso e Gaetano Del Prete De Cillis.

La nomina di Malatesta non fu politica perché il Comune di Carovigno, nel 2021, era commissariato. E spiegò che sarebbe stato senz’altro un vantaggio. «Torre Guaceto è una palestra per vivere bene il mondo, e non parlo solo di habitat naturali. Ma qui insegniamo a vivere, a mangiare bene e avere rispetto degli altri e della natura», ha proseguito Malatesta nell’ultimo giorno d’estate in Riserva, con la propria idea di un turismo educato, rispettoso del «santuario». Dalle tante attività anche per i bimbi a quelle per i diversamente abili. Dallo scioglimento del nodo parcheggio all’inserimento di Torre Guaceto nella rete europea delle vie Francigene, dal percorso per la candidatura alla riserva della Biosfera Mab-Unesco fino a divenire l’unico ente, tra le aree marine protette italiane, a ottenere l’approvazione di cinque proposte progettuali che permetteranno di ridisegnare la strategia ambientale nel Mediterraneo. Come Speedy (Rehabilitation and conservation efforts for vulnerable and endangered highly mobile marine species in south adriatic region), che mira a migliorare lo stato di conservazione di specie marine ad alta mobilità (per esempio le tartarughe marine e la foca monaca) attraverso il monitoraggio delle popolazioni, il potenziamento dei centri di recupero, attività di formazione e sensibilizzazione, la redazione di protocollo per la cooperazione dei ricoveri del Sud Adriatico. O Aspeh (Adriatic SPEcies and Habitats of coastal areas), che mora ad affrontare la perdita di biodiversità definendo strumenti e strategie comuni per preservare il patrimonio naturale e il paesaggio nell’area adriatica. E sul fronte della governance, il consorzio di Torre Guaceto è capofila anche di Triton, che punta a migliorare gli strumenti di policy individuati nei piani di gestione per la protezione dei siti marini europei.

E chissà se a Malatesta sarà concesso di portarli a termine e di liberare, anche, l’ultima tartaruga ospite del centro di recupero.

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