Sabato 06 Settembre 2025 | 19:36

Resort Four Seasons a Ostuni, la Soprintendenza boccia anche il nuovo progetto «ridotto»

 
Andrea Pezzuto

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Andrea Pezzuto

Resort Four Seasons a Ostuni, la Soprintendenza boccia anche il nuovo progetto «ridotto»

Per il Mic confligge con il Pptr, di diverso parere la Regione. Necessario un dissalatore

Martedì 20 Maggio 2025, 11:34

OSTUNI - Per la Soprintentendenza neppure il progetto aggiornato e «ridimensionato» presentato dalla società Merletto per il mega-resort di Four Seasons può essere autorizzato. La proposta di variante al Piano di lottizzazione in località Mogale risulta incardinata nell’iter procedurale della Zes. In questa fase si stanno consumando i passaggi legati alla verifica dell’assoggettabilità del progetto a Via. A coordinare i lavori è la Provincia, che sta raccogliendo i pareri dei vari enti nell’ambito della conferenza di servizi. Il nuovo elaborato prevede «una rielaborazione dell’impianto planimetrico relativo all’area di concentrazione volumetrica, e ciò mediante rotazione di alcuni fabbricati, aumento della distanza tra gli stessi e lieve riduzione volumetrica complessiva».

Nella configurazione aggiornata è contemplato un complesso costituito da 49 fabbricati. Ma la Soprintendenza mantiene il punto, sottolineando nel suo parere che «l’intervento proposto non risulta coerente e compatibile con gli obiettivi generali e specifici di qualità del paesaggio» previsti per quell’area (catalogata come Murgia dei trulli, e in particolare come Piana degli ulivi secolari) dal Pptr. Il Piano paesaggistico regionale dispone infatti per quella zona di «limitare ogni ulteriore edificazione nel territorio rurale che non sia finalizzata a manufatti destinati alle attività agricole; promuovere azioni di salvaguardia e tutela dell’integrità dei caratteri morfologici e funzionali dell’edilizia rurale; limitare la proliferazione dell’insediamento nelle aree rurali; impedire le trasformazioni territoriali che alterino le componenti e le relazioni funzionali, storiche, visive, culturali, simboliche ed ecologiche che caratterizzano la struttura delle figure territoriali; impedire modifiche allo stato dei luoghi che interferiscano con i coni visuali».

Pertanto gli interventi proposti, «nonostante i miglioramenti progettuali, la diminuzione delle superfici impermeabili di progetto e le riduzioni volumetriche, non consentono di superare i contrasti con la normativa d’uso del Pptr in quanto i miglioramenti e le mitigazioni previste - evidenzia la Soprintendenza - non sono sufficienti a compensare il grande sacrificio che sarebbe imposto al contesto paesaggistico qualora l’insediamento di progetto fosse realizzato». Tale insediamento comporterebbe «l’inserimento di una volumetria di progetto superiore a 100.000 metri cubi in una zona caratterizzata da equilibri molto fragili, la frammentazione del territorio con potenziale effetto di saturazione della fascia costiera, la trasformazione della matrice agraria, un diverso uso delle aree, l’inserimento di numerosi elementi artificiali e l’alterazione degli equilibri consolidati tra elementi naturalistici ed elementi antropici storicizzati del paesaggio rurale». In conclusione, le nuove edificazioni e gli spazi di servizio correlati determinerebbero «un’ampia trasformazione dei suoli, costituendo un importante elemento di pressione antropica e urbanizzazione per l’area, che conserva a oggi un altro grado di ruralità e naturalità, determinando un considerevole consumo di suolo a scapito delle connotazioni paesaggistiche tutelate e dei caratteri consolidati che determinano la forte vocazione rurale e naturale dell’area».

L’intervento produrrebbe dunque, in termini di inserimento nel paesaggio, «un’alterazione irreversibile del carattere morfologico e funzionale del sistema rurale costiero dell’agro di Ostuni».

Ma questa valutazione negativa della Soprintendenza differisce da quella della Regione Puglia. Tanto che il Comune, nel suo parere, sottolinea come al momento non venga sciolta «la contraddizione insita nella diversa valutazione tra Regione Puglia e Soprintendenza circa la conformità e coerenza del Piano di lavoro con le direttive facenti parte della normativa d’uso della scheda d’ambito».

Ci sono poi da considerare le numerose prescrizioni emerse in fase di Vas: secondo il dirigente dell’Autorità di Valutazione ambientale strategica, ad alcune di esse la società «non ha ottemperato o ha dato riscontro in modo parziale, e per alcune ottemperanze comunque si ritiene necessaria una più approfondita valutazione nell’ambito della procedura di Via». C’è infine il nodo riguardante le risorse idriche, con la Provincia che osserva come, «diversamente da quanto previsto negli elaborati tecnici di progetto depositati, le alimentazioni delle piscine non avverranno con un sistema di presa a mare e non sarà previsto un impianto di desalinizzazione a servizio del complesso. La nuova revisione del progetto prevede l’utilizzo di acqua proveniente dalla rete dell’Acquedotto Pugliese e da autobotti. Data per nota la limitata disponibilità della risorsa idrica sul territorio pugliese per usi diversi dai consumi umani, si ritiene che, in assenza del parere dell’Acquedotto Pugliese che attesti in modo inequivocabile la possibilità di soddisfare il fabbisogno idrico previsto in progetto, lo stesso dovrà essere garantito mediante l’installazione dell’impianto di dissalazione ai fini dell’utilizzo dell’acqua di mare, in conformità al progetto sottoposto alla procedura di Vas attivata dal Comune di Ostuni».

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