BRINDISI - Si arricchisce di particolari la vicenda delle assunzioni a tempo determinato effettuate da Avr, la ditta che si occupa del servizio di nettezza urbana. Dopo la pec inviata dal sindaco all’azienda per chiedere trasparenza e correttezza nella gestione delle assunzioni e dopo la denuncia su TikTok di Gianluca Ostuni, dipendente di Avr, su una «Parentopoli» che avrebbe caratterizzato le selezioni, anche il segretario del Cobas, Bobo Aprile, mette un faro su questi accadimenti.
«Fui contattato dall’avvocato Paolo Rachele, responsabile per Avr delle relazioni con i sindacati, che mi chiese - afferma Aprile - se avevo dei curricula da fornirgli perché dovevano procedere con assunzioni per il periodo estivo. Ho declinato gentilmente l’invito perché voglio stare lontano da queste pratiche». Oltre a invitare la ditta tramite pec a una maggiore condivisione delle informazioni, il sindaco Pino Marchionna pare avesse suggerito ad Avr di procedere alle assunzioni tramite agenzia interinale, così da privilegiare il criterio dell’anzianità di servizio. Per l’ex sindaco Riccardo Rossi, se il racconto di Aprile dovesse corrispondere al vero, ci sarebbero gli estremi per un intervento della magistratura. «L’azienda - dice Rossi - può assumere discrezionalmente secondo le proprie esigenze ma deve comunicare i nomi dei lavoratori al Comune. Inoltre, queste assunzioni non possono essere oggetto di contrattazione né con sindacati, né con forze politiche né con i dipendenti, perché a quel punto, a mio avviso, scattano profili penali. I nomi vanno comunicati all’amministrazione comunale anche perché, se l’impiego dovesse superare i sei mesi, si attiverebbe la clausola sociale».
La ditta è stata contattata sull’argomento ma al momento non ha inteso rispondere.
Ma a surriscaldare gli animi all’interno dell’azienda è subentrato un altro episodio. Due lavoratori in malattia, infatti, sarebbero stati sospesi mentre un terzo è stato licenziato. Avr si sarebbe avvalsa di un investigatore privato per accertare l’effettivo stato di salute di alcuni dipendenti. Ciò, alla luce del forte fenomeno di assenteismo più volte denunciato, che rappresenterebbe la principale causa, secondo la ditta, delle carenze emerse nell’espletamento del servizio di nettezza urbana. A fornire la propria versione dei fatti è sempre il leader del Cobas, Bobo Aprile, il cui iscritto Danilo Reho è stato licenziato dalla ditta. «A monte di questa vicenda, credo sia utile raccontare un antefatto: come Cobas - ricostruisce Aprile - abbiamo più volte fatto rimostranze per l’inadeguatezza dei mezzi. A giugno, il nostro iscritto Danilo Reho, dipendente di Avr, si è rifiutato di guidare il mezzo dell’azienda perché non funzionante. Poi è accaduto che Danilo si incrinasse una costola. Questo è stato certificato dall’Inail a luglio.
Dopodiché, Avr gli ha inviato una contestazione spiegando che il 22, 23 e 24 luglio lo hanno seguito tramite un investigatore e hanno rilevato che sarebbe venuto meno a principi di correttezza e diligenza durante il decorso della malattia. Comportamenti che avrebbero allungato i tempi di recupero dall’infortunio». Sta di fatto che «l’Inail il 21 luglio - prosegue il sindacalista - ha inviato l’avviso che sarebbe stato necessario effettuare una nuova visita, cosa accaduta poi agli inizi di agosto. Dopo la visita medica, il periodo di infortunio prescritto dall’Inail è stato prorogato fino alla fine di agosto. Nel frattempo, come Cobas abbiamo detto ad Avr che per noi la contestazione eccepita a Danilo è nulla perché non sono stati forniti gli estremi di chi avrebbe investigato e delle modalità utilizzate. Di tutta risposta, Avr ha provveduto a licenziare Danilo. Misura che verrà impugnata davanti al giudice del lavoro - conclude - perché, a nostro avviso, il provvedimento adottato è sproporzionato». Anche su questa ricostruzione, è stato chiesto ad Avr se volesse fornire la propria versione dei fatti, ma senza risposta.
















