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Morte di Clelia in ascensore a Fasano: la gip punta l’indice

 
Stefania De Cristofaro

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Stefania De Cristofaro

Morte di Clelia in ascensore a Fasano: la gip punta l’indice

«Sull’apparecchio non venivano fatte le dovute verifiche»

Domenica 28 Luglio 2024, 10:24

FASANO - «Il responsabile tecnico della società avrebbe dovuto effettuare i necessari controlli in ordine all’impianto per il quale non venivano svolte le obbligatorie verifiche biennali» e in relazione al quale «l’operaio della ditta aveva redatto documentazione in sé contraddittoria, spesso illeggibile o incomprensibile» e «indicato interventi di manutenzione non comprovati perché non sottoscritti dalla controparte».

Nessun dubbio per la gip del tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis, sul fatto che la documentazione acquisita dai carabinieri e dai funzionari dello Spesal, per ricostruire gli interventi sull’ascensore della palazzina di via Piave 160 a Fasano, sia in «sé discordante».

Nel fascicolo per omicidio colposo, aperto dalla pm Livia Orlando, dopo la morte di Clelia Ditano, la 25enne di Fasano precipitata nel vano dell’ascensore, rimasto bloccato al primo piano del condominio, la notte del primo luglio scorso, ci sono le schede di manutenzione e i verbali di visita dell’incaricato.

Quattro gli indagati, due dei quali destinatari nei giorni scorsi della misura interdittiva: l’amministratore della palazzina e il responsabile tecnico della ditta incaricata degli interventi di manutenzione. Per entrambi, la gip ha disposto il divieto di esercitare l’attività professionale per 12 mesi. Entrambi, in occasione dell’interrogatorio davanti al gip, hanno preferitp avvalersi della facoltà di non rispondere. I difensori stanno valutando se presentare ricorso al Tribunale del Riesame. Restano sotto inchiesta il legale rappresentante dell’impresa e il dipendente.

Le schede di manutenzione, in alcune circostanze, a decorre dall’aprile 2022 «risultano controfirmate non dal cliente, ma dallo stesso operaio manutentore», ha scritto la gip nella misura cautelare interdittiva eseguita dai militari. Quanto ai verbali di visita dell’incaricato, dopo il mese di settembre 2005, «non risultano firmati dell’amministratore del condominio». Molti sono «illeggibili» e gli ultimi, quelli del 20 settembre 2023 e del 22 marzo 2024, «firmati unicamente dal tecnico manutentore, attestano la presenza di fili rotti e l’efficienza del circuito di manovra e dei dispositivi di chiusura, sicurezza e blocco».

La conclusione, per la gip, alla luce del contenuto degli atti è che si sia stata «una evidente superficialità nell’attività di manutenzione».

Ulteriori elementi utili ai fini dell’inchiesta, emergeranno dalla perizia disposta dalla pm sull’ascensore: le operazioni inizieranno il prossimo primo agosto. Sessanta giorni per il deposito delle motivazioni, salvo proroghe.

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