Il Papa, a margine del G7 in Puglia dove interverrà sull'intelligenza artificiale, dovrebbe incontrare a tu per tu Biden e altri presidenti. Lo ha sottolineato il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, ieri sera a margine di un evento di CL alla Gregoriana. «Penso che il Papa dedicherà del tempo a incontri bilaterali con alcuni presidenti e capi di Stato che glielo hanno chiesto. Quindi immagino che ci sarà anche questo "faccia a faccia con Biden - ha detto -. Immagino che al G7 il Papa, parlando di IA farà un accenno all'applicazione dell'intelligenza artificiale sulle armi» ha evidenziato.
Nel ripercorrere la tesi di dottorato di don Giussani, il card. Pietro Parolin, nell'evento di CL alla Gregoriana, ha affermato: '«La conclusione cui Giussani giunge al termine del lungo percorso nell'opera di Niebuhr è netta: «Sia da un punto di vista filosofico che da un punto di vista teologico, l'opera di Niebuhr è profondamente insoddisfacente per il nostro spirito di tradizione latina e cattolica». Giussani mette severamente in questione la comprensione niebuhriana della «verità costitutiva della Rivelazione Cristiana nei suoi elementi essenziali». Sulla scorta della teologia liberale - da cui per altri versi si distanzia - e della distinzione tra il Gesù storico e il Gesù della fede, il teologo americano rifiuta infatti il concetto tradizionale dell'Incarnazione''. Ha poi concluso Parolin riferendosi a Giussani: «L'avvenimento dell'Incarnazione è il nucleo del cristianesimo a cui Giussani sempre, instancabilmente ritorna. Egli non dice soltanto che il cristianesimo «è stato» un avvenimento, ma che esso «è» un avvenimento, cioè che quell'avvenimento unico permane nella storia come avvenimento, come «qualcosa che sta accadendo ora», e questo accadde nella Chiesa che, ha detto Parolin, «si propone a tutti gli uomini come la forma dell'avvenimento di Cristo ora, che incontra la sete di senso e di compimento, di speranza e di pace, di coloro che vivono ora, immersi nel dramma e nelle sofferenze che, insieme alle normali vicende dell'esistenza, i sanguinosi, laceranti conflitti del tempo presente rendono ancora più inesorabilmente acute».