«Tra 40 giorni sarà pubblicata la gara per la realizzazione del Day hospital di Oncoematologia del Perrino di Brindisi». È questo l’impegno che, come riferisce Fabiano Amati, presidente della commissione regionale Bilancio e Programmazione, è stato assunto dall’Asl di Brindisi in sede di commissione.
«Speriamo che non vi siano ritardi o nuove lungaggini. Dopo il rilascio del parere favorevole condizionato dei vigili del fuoco - spiega Amati - si attendono la delibera del consiglio comunale per il permesso di costruire convenzionato, le integrazioni progettuali richieste dalla società di verifica e il provvedimento di verifica, da emanare entro i prossimi 30 giorni. A quel punto - conclude il commissario regionale di Azione - nulla potrà essere d’ostacolo per bandire la gara».
È dal gennaio del 2021 che Amati si batte per la costruzione del nuovo Day hospital di Oncoematologia. «Dopo aver fatto di tutto per reperire la fonte di finanziamento e aver ottenuto l’autorizzazione regionale - ricostruisce - ancora si attende l’approvazione del progetto esecutivo, dopo una richiesta di revisione, per bandire la gara lavori. L’attuale situazione strutturale del Day hospital - evidenzia l’esponente di Azione - è insostenibile, come ripetutamente denunciato dai direttori delle due unità operative Saverio Cinieri e Domenico Pastore».
Ci sono infatti «circa 130 persone al giorno che si curano per malattie oncologiche in spazi improponibili. Una situazione che non si può tollerare e su cui nessuna giustificazione appare plausibile», tuona Amati.
Il consigliere regionale è però soddisfatto per un’altra battaglia portata avanti e che riguarda l’Unità operativa di ematologia: «Finalmente è stata accreditata e autorizzata, pure per i trapianti di cellule staminali, mettendo fine a uno stato di precarietà burocratica non molto funzionale alle notevoli possibilità in possesso dell’eccellente staff medico». Amati ricorda che i posti letto accreditati e autorizzati sono 20, «di cui 5 destinati a trapianti delle cellule staminali, per svolgere la prevalente attività di lotta a leucemie, linfomi e mielomi». E chiude: «Mi spiace solo che tutti i risultati debbano venire solo a valle di complicatissime traversate nel deserto, spesso non accordate con l’urgenza delle prestazioni sanitarie e con la consapevolezza che la malattia non attende la burocrazia».