BRINDISI - «Per la de-carbonizzazione e la riconversione della centrale Enel di Brindisi, semmai esista oggi una pur minima idea di programmazione mirata all’uscita graduale dal carbone e, dunque, all’individuazione di nuove opportunità di sviluppo ecosostenibile del territorio, essa si occulta benissimo in un mix di attesa infinita e di effetti-annuncio divenuti, ormai, ridondanti». L’accusa sferzante arriva da Gianfranco Solazzo, segretario generale della Cisl Taranto Brindisi. «Ciò è socialmente intollerabile. Eppure, avevamo manifestato iniziale apprezzamento sulla scelta di un Comitato di coordinamento per la de-carbonizzazione, sollecitando al contempo che ciò non si mostrasse come strategia da maquillage, ma sede istituzionale dove, innanzitutto, definire, concertare e infine impegnare le risorse necessarie per la riconversione dei sistemi produttivi coinvolti, investendo in innovazione di processo e di prodotto».
Il rappresentante della Cisl allarga lo sguardo, ribadendo la necessità di affrontare in modo specifico e solerte le questioni brindisine. «Attivato materialmente il tavolo dopo più di un anno e presieduto dal sottosegretario Fausta Bergamotto, ci attendevamo continuità e concretezza di proposte e di soluzioni, per nuovi investimenti a compensazione della persistente vulnerabilità economica e produttiva di quest’area. Come Cisl, poi, avevamo sostenuto, fin dal primo incontro del luglio scorso, l’opportunità di separare il confronto su Brindisi da quello su Civitavecchia, al fine di concentrarsi sulle specificità territoriali, nonché di valutare difficoltà e opportunità dei rispettivi contesti geografici e produttivi. Ebbene, già al secondo incontro del 9 novembre è stato deciso di affidare il coordinamento del tavolo al sindaco di Brindisi e, a seguire, nello stesso incontro, di trasferirlo a livello regionale. Mai stato così veloce - aggiunge ironicamente Solazzo - il passaggio tra una competenza istituzionale all’altra».
L’ultimo incontro si è tenuto a Bari il 6 dicembre all’assessorato allo Sviluppo economico della Regione Puglia: «L’unica certezza registrata in questo incontro - continua Solazzo - è stata l’incertezza sul futuro del processo di de-carbonizzazione, mentre la vera concreta novità che evidenziata sul campo, ancorché paventata da tempo, era il fermo della Centrale con tutti i contraccolpi che continuano a succedersi a danno dei lavoratori diretti e per le procedure di cassa integrazione attivate per i dipendenti delle aziende appaltatrici. Richiamiamo, dunque, alle proprie responsabilità tutti gli attori presenti al tavolo di Coordinamento. Il Governo in primis, perché il processo di riconversione industriale che sta colpendo i settori produttivi storici del nostro territorio, ovvero energia e chimica, necessita di un’attenzione istituzionale concreta. La preoccupazione è ancor più evidente considerato che in ambito Enel è partito lo stato di agitazione nazionale delle categorie coinvolte, che legittimamente contestano, tra l’altro, un piano industriale inadatto e dannoso. Sollecitiamo, oltre al Governo, il comune capoluogo e la Regione Puglia, affinché agevolino un confronto serrato e concreto su sviluppo e occupazione del territorio, così scongiurando il rischio che i maggiori player industriali qui presenti prendano altre strade e decidano di investire altrove, disinvestendo su Brindisi dopo aver consumato qui ogni possibilità di business e di interessi produttivi».