Domenica 07 Settembre 2025 | 07:53

Rogo in agenzia funebre a Brindisi: due giovani nei guai

 
Stefania De Cristofaro

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Stefania De Cristofaro

Rogo in agenzia funebre a Brindisi: due giovani nei guai

«Incendio a scopo intimidatorio». scatta l’obbligo di dimora. A incastrarli «l'occhio» delle telecamere

Sabato 20 Gennaio 2024, 11:29

BRINDISI - Incastrati dalle immagini registrate dalle telecamere: Nicholas Greco, 25 anni, e Bryan Rizzato, 24, entrambi di Brindisi, sono indagati per «l’incendio a scopo intimidatorio» che la notte fra il 13 e il 14 settembre 2023 danneggiò la saracinesca dell’agenzia di pompe funebri in via Mecenate, nel rione Commenda. Per entrambi, il pm Giovanni Marino aveva chiesto la custodia ai domiciliari, mentre il gip del tribunale di Brindisi, Vittorio Testi, ha disposto l’obbligo di dimora, contestando il danneggiamento a seguito dell’incendio e il furto di un’auto, un’Alfa Romeo Mito, usata per raggiungere via Mecenate e poi data alle fiamme.

Il rogo partì da un copertone dato alle fiamme davanti all’ingresso sede della ditta gestita da un ragazzo poco più che ventenne, destinatario di richieste di natura estorsiva in occasione dell’organizzazione della festa del rione Casale, a settembre dell’anno precedente. Anche in quella occasione il giovane presentò denuncia dando input alle indagini della Squadra Mobile che, a distanza di dieci giorni, sfociarono nell’arresto di Gennaro Di Lauro, 44 anni, e Cosimo Carrisi, 46. Tutti e due sono stati condannati in appello, lo scorso dicembre, per tentata estorsione aggravata al fine di agevolare le attività dell’associazione mafiosa: 3 anni e 4 mesi al primo e 4 anni al secondo (in abbreviato).

Dalle indagini avviate dagli stessi agenti della Mobile, diretti da Giorgio Grasso, dopo l’incendio dell’ingresso dall’agenzia di pompe funebri, è emerso che la prima udienza scaturita dalla conclusione dell’inchiesta per la tentata estorsione per la festa rionale, era stata fissata al 12 ottobre 2023. Nel provvedimento con cui il gip ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza per Greco e Rizzato, si fa riferimento alle date degli avvenimenti per inquadrare dal punto di vista temporale l’episodio e delinearne il movente. Alla base ci sarebbe stata la volontà di intimidire il giovane titolare.

Gravi indizi di colpevolezza sono costituiti dalle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza, a partire da quelli installati nei pressi del punto in cui venne appiccato il fuoco, per arrivare a quelle del sottopasso che collega via Torpisana a piazza Crispi, che hanno permesso di ricostruire l’arrivo a piede in via Appia, dove è avvenuto il furto dell’auto, e il percorso seguito subito dopo. Furto consumato «in appena tre minuti», ha scritto il gip sottolineando che gli autori hanno percorso «via de’ Carpentieri in contromano», per poi riprendere il corretto senso di marcia. Quella stessa auto viene ripresa davanti all’agenzia di pompe funebri, venti minuti dopo il furto dell’auto. Secondo il gip è «ragionevole pensare che i due responsabili del danneggiamento seguito da incendio alle ditta di pompe funebri, siano coloro che poco prima avevano sottratto l’auto». E che abbiamo dato alle fiamme l’Alfa Romeo «per eliminare eventuali tracce biologiche e impronte utili alla loro identificazione».

Gli indagati, difesi dagli avvocati Luca Leoci e Paolo Valzano, non potranno allontanarsi dal luogo di abitazione dalle 20 alle 7, «intervallo in cui è statisticamente più frequente la commissione di reati analoghi» ed è anche «compatibile con le eventuali esigenze lavorative». Lunedì gli interrogatori.

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