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Consorzio Asi Brindisi, il verdetto del Tar Lecce: «Il cda dell’Asi è da rifare»

 
andrea pezzuto

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Consorzio Asi Brindisi, il verdetto del Tar Lecce: «Il cda dell’Asi è da rifare»

La Camera di commercio aveva diritto ad essere rappresentata nel Consiglio di amministrazione del consorzio Asi di Brindisi. È quanto deciso dal Tar di Lecce

Lunedì 08 Gennaio 2024, 14:19

La Camera di commercio aveva diritto ad essere rappresentata nel Consiglio di amministrazione del consorzio Asi di Brindisi. È quanto deciso dal Tar di Lecce, che ha accolto il ricorso dell’ente camerale presentato oltre due anni fa. «Il cda dell’Asi - commenta il commissario straordinario della Camera di commercio di Brindisi, Antonio D’Amore - è stato dichiarato decaduto, adesso bisognerà ricostituirlo attraverso nuove nomine. Abbiamo diritto a un rappresentante, questo è sicuro». Il presidente del consorzio, Vittorio Rina, spera invece in una sospensiva da parte del Consiglio di Stato, al quale l’Asi presenterà ricorso.

Venendo alla ricostruzione dei fatti, nell’ottobre del 2021, nel corso dell’assemblea generale dell’Asi per la nomina del cda, il commissario straordinario della Camera di commercio di Brindisi, Antonio D’Amore, chiese – assieme al Comune di Ostuni – un rinvio, avendo constatato che tra i nominativi proposti per il cda non vi fosse un rappresentante delle associazioni di categoria delle imprese. La richiesta venne però respinta dai componenti degli altri enti, i quali decisero di provvedere all’elezione del presidente e dei consiglieri del cda.

Da qui il ricorso dell’ente camerale, che ha trovato soddisfazione nei giudici del Tar di Lecce, secondo i quali «è evidente come le norme regionali e statutarie, al fine di garantire la rappresentatività delle associazioni di categoria delle imprese, abbiano ritenuto necessario che le stesse debbano essere rappresentate in seno al consiglio di amministrazione da uno dei tre consiglieri, eletto dall’assemblea su indicazione della Camera di commercio, degli altri enti consorziati, ovvero delle stesse associazioni di categoria delle imprese». E ciò, specifica la camera di consiglio del Tar, «per assicurare il coinvolgimento delle imprese direttamente interessate nelle scelte decisionali dell’ente consortile».

Ed a proposito di Camera di commercio, l’accorpamento tra quella di Brindisi e quella di Taranto slitterà ancora. Solo tre camere, in Italia, non hanno ancora dato seguito all’indirizzo legislativo del governo. «La procedura di accorpamento - spiega D’Amore - è al momento in stand by perché il sindaco di Brindisi, in accordo con il presidente della Regione, ha deciso di attendere per capire se ci sono i margini per l’introduzione di modifiche legislative».

Il motivo risiede nel fatto che a Brindisi non sarebbe garantita la giusta rappresentanza nel consiglio camerale. «La riforma è fatta male, non c’è un equilibrio nella rappresentanza territoriale. Se formalmente sono garantiti quindici rappresentanti per territorio, nella sostanza ci ritroviamo solo sei-otto consiglieri di Brindisi su trenta. Faccio degli esempi. Confcommercio Brindisi - sottolinea D’Amore - non è rappresentata, Confagricoltura sarà rappresentata dal presidente regionale che è di Taranto. E ancora: i sindacati dei lavoratori, le associazioni dei consumatori e gli ordini professionali hanno diritto a un consigliere ciascuno, ma saranno tutti e tre di Taranto. Serve una riforma perché c’è un fortissimo sbilanciamento».

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