BRINDISI - Pazienti in barella? Deambulanti con sedia a rotelle? Con annesso catetere? Non autosufficienti? Provati da patologie gravi? «Lasciate ogni speranza o voi che entrate». Se avete bisogno di raggiungere gli ambulatori di Urologia o di Terapia antalgica (terapia del dolore) al decimo piano dell'ospedale Perrino e siete in barella o su una sedia a rotelle ci sono due soluzioni: o scalare dieci piani a piedi o arrivare al piano da altre aree dell'ospedale e percorrere una gimkana improponibile passando attraverso una serie di altri reparti. Un autentico dramma soprattutto - e si tratta della maggior parte degli utenti - per gli anziani.
Ascensore negato per recarsi direttamente al piano. Per via dei lavori di ristrutturazione e adeguamento dell'Unità operativa complessa (Uoc) di Ostetricia e Ginecologia, dal 6 novembre scorso è un autentico calvario il percorso che pazienti spesso immunodepressi e con difficoltà a deambulare o molto spesso accompagnati direttamente allettati sono costretti a sopportare per raggiungere l'ultimo piano dell'ospedale Perrino, dove pare proprio che qualcuno abbia dimenticato che esistono degli ambulatori che assolvono ai problemi di salute, spesso gravi, di decine e decine di pazienti.
Il caos ed i disagi sono già in atto da giorni e dureranno, se tutto va bene, almeno un mese e mezzo. Dal 6 novembre infatti, la dirigenza medica del Perrino, ha comunicato il blocco «dell'ascensore D2A ai piani 0, 2, 4, 5 e 9» facendo sapere al personale sanitario che «potranno essere utilizzati gli ascensori del D1 e del D3 oltre che il montalettighe del D2-B». E che «tali disposizioni hanno carattere temporaneo, sino al termine dei lavori nell'area dell'ascensore D3 del cantiere della Uoc di Ostetricia e Ginecologia la cui durata presuntiva è di circa un mese e mezzo».
In una ulteriore comunicazione successiva, circa le disposizioni da adottare in occasione dei lavori, la dirigenza medica cita tutti i reparti situati dal primo al nono piano del Perrino, ma del decimo non fa alcun riferimento, quasi fosse un piano «fantasma».
Eppure all'ambulatorio di Urologia, ad esempio, aperto dal lunedì al sabato, confluiscono decine e decine di pazienti al giorno e non solo per «semplici» visite. Spesso arrivano al decimo piano persone allettate, a cui vengono sostituiti cateteri, o sono sottoposti a cistoscopie, bombardamenti Eswl per calcolosi (gli ultrasuoni che frantumano i calcoli Ndr), biopsie, effettuano rimozioni cateteri vescicale con prova minzionaria, istallazioni vescicali con chemioterapici, operazioni di microchirurgia, ritiro di esami istologici e chi più ne ha, più ne metta. A questo si aggiunge il lavoro dell'ambulatorio di Terapia antalgica dove nella maggior parte arrivano pazienti con gravi problematiche in sedia a rotelle o peggio ancora in barella.
Un vero e proprio «porto di mare» insomma tutto localizzato al decimo piano il cui «accesso principale», l'ascensore D2 - che consente l'accesso delle barelle o di grossi carrelli - è inibito e lo sarà per un mese e mezzo. Resta attivo solo l'ascensore per persone autosufficienti, nemmeno funzionante al 100 percento, perché, lo hanno constato in molti, le porte non si aprivano una volta raggiunto proprio il decimo piano!
Anche gli ascensori laterali al D2 non sono utilizzabili, perché uno - su cui possono montare i carrelli - raggiunge i piani -1 e 3. Ai piani 0,1 e 2 non può essere usato. Un autentico disagio anche per gli stessi operatori sanitari. E anche l'altro ascensore è solo per autosufficienti ma improponibile per chi arriva in sedia a rotelle e men che meno in barella.