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Comune di San Donaci: «Chiudere i contenziosi e proseguire verso altre prospettive»

 
angelo sconosciuto

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Comune di San Donaci: «Chiudere i contenziosi e proseguire verso altre prospettive»

Venerdì il sindaco terrà un comizio per informare e fare un primo bilancio

Giovedì 12 Ottobre 2023, 15:32

SAN DONACI - «Li abbiamo superati, i 100 giorni di governo: siamo oltre i 150...» Giancarlo Miccoli, medico ospedaliero, dal 15 maggio scorso è sindaco della cittadina. A capo della lista «Nuovi Orizzonti», sostenuta dal Pd, dal Movimento 5 Stelle e dall’omonimo movimento ha conquistato il ruolo di primo cittadino con 2.210.

Sindaco, da dove avete ripreso il discorso amministrativo, dopo aver vinto le elezioni?

«Intanto abbiamo impattato immediatamente problematiche di natura ordinaria che si ripetono nel tempo. Ho presentato la giunta il 5 giugno e si doveva essere nelle condizioni di affrontare il problema dell’estate sandonacese senza risorse presenti in bilancio se non in maniera molto esigua e abbiamo potuto concretizzare la serie di eventi grazie alle associazioni. Nei mesi estivi c’è stato un fiorire di esse: sportive, culturali, sociali... Ci hanno presentato un prospetto di manifestazioni che alla fine ci ha permesso di coprire praticamente gran parte delle giornate estive e di questo vanno ringraziate perché abbiamo portato a termine un estate davvero significativa. Poi ci sono stati gli eventi promossi dal Comune, però il mondo associativo è stato fondamentale. La prima negatività da affrontare è stata offerta dalla cura del verde. Abbiamo trovato, forse a causa della campagna elettorale che ha bloccato l’attività dell’Amministrazione che ci ha preceduto, i parchi comunali ingestibili: non si poteva entrare, le famiglie con i bambini sono state costrette ad andare nei Comuni vicini. In un sabato di fine primavera, c’era il convegno regionale dell’Azione cattolica ed abbiamo dovuto pulire nel giro di 3, 4 giorni tutte le piazze ed i parchi perché il Paese era impresentabile. Non addosso responsabilità a nessuno: sarà stata la campagna elettorale; sarà che il mio predecessore era privo di una grossa fetta dell’esecutivo perché mi risulta che negli ultimi due anni il suo assessore ai Lavori pubblici, per motivi che non conosco ma seri, perché è persona seria, è stato assente.

E quando un sindaco lavora con una parte di squadra che gli manca, le ricadute sono negative e noi le abbiano verificate. E poi la sorpresa più grossa è il perpetuarsi di contenziosi, che hanno bloccato l’attività amministrativa negli ultimi 10 anni; che non hanno favorito le giunte che mi hanno preceduto e che hanno avuto una ricaduta veramente impattante su di noi. Il 29 di maggio, ci è stata notificata una sentenza esecutiva che di fatto, a distanza di pochi giorni dall’insediamento, ci ha costretto ad andare in Consiglio comunale e bloccare circa 200mila euro come debito fuori bilancio. È il modo peggiore per un sindaco di iniziare la propria attività, perché già ci sono poche risorse e quelle poche le dobbiamo bloccare».

Una cosa a ostacoli, insomma.

«Sì, ma con una scelta politica. Ci siamo resi conto che questi contenziosi (perché sono più d’uno ed ogni amministrazione ne ha aperti altri riversandoli sulla successiva), che dal 2015 ad oggi San Donaci ha pagato o ha bloccato risorse superiori ad un milione di euro e stiamo parlando di una cittadina di poco più di 6mila abitanti. Così un paese si blocca: non si possono erogare servizi, non si possono realizzare opere, neanche la normale manutenzione. È difficile lavorare in questi modo...».

Rischio dissesto no, ma bilancio ingessato?

«Abbiamo un rischio predissesto. Abbiamo fatto una richiesta di sospensiva dell’esecutività del provvedimento. La seduta è fissata per il 21 dicembre e già al 31 dicembre abbiamo stanziato le somme che sono disponibili per la controparte. Noi, però, abbiamo fatto una scelta politica: abbiamo dato un indirizzo e abbiamo compreso che se non c’è una chiusura tombale di tutti i contenziosi non si può fare un bilancio di previsione, non si può programmare. Nel caso di specie, si tratta di danni determinati dal Comune, 40 anni addietro, ad un privato e non si è mai pensato di confrontarsi con la controparte. Si è andati allo scontro ma noi abbiamo la volontà di chiudere non solo per noi, ma per le giunte del futuro».

E le opere previste nel Pnrr?

«Non abbiamo avuto dei finanziamenti che in qualche modo ti permettono il cambio di passo. Ne avevamo avuti due, che riguardavano un centro di ascolto e un centro di accoglienza per vittime della violenza da realizzare su stabili confiscati alla malavita, ma con l’ultimo intervento del ministro Fitto e dei 16 miliardi tagliati, questi due interventi sono stati decapitati. Invece abbiamo avuto un finanziamento di quasi due milioni di euro per la costruzione di un asilo nido. Siamo molto perplessi, ma non siamo intervenuti perché la gara era contrattualizzata e bloccare il contratto avrebbe significato pagare una penale di 200mila euro. Questo progetto però, non ci convince e mi chiedo: in base a cosa si finanziano costruzioni di un asilo nido in un paese che negli ultimi 30 anni è passato da 7.400 a 6.150 abitanti, quindi con una denatalità importante e con indice di natalità che non arriva a 30 bambini l’anno? E considerando che la parrocchia ha un asilo parrocchiale e ha messo a disposizione ed eroga questo servizio? Ci saranno costi notevoli e forse per noi insopportabili, quando le amministrazioni dovrebbero capire che non si possono accettare tutti i finanziamenti. Quindi non sono contento, ma siamo consapevoli di avere un enorme problema di gestione: noi non lo potremo gestire».

Ma ci sono altre prospettive...

«Certo. Noi dobbiamo intervenire sullo strumento urbanistico. Il Prg è del 1997. Ho mantenuto la delega all’Urbanistica per essere responsabile diretto. Espliciteremo presto delle direttive perché intanto il Pug deve rispondere ad una rete viaria interna, non esterna al perimetro dell’abitato, nonché ad alcuni criteri che al momento non vengo esplicitati nei documenti fin qui prodotti e che vanno considerati. Penso alla garanzia del valore degli immobili esistenti, ad una espansione della zona Pip, alla necessità di una nuova zona commerciale ferma lì dal 1972. Probabilmente occorreranno tre, sei mesi in più, per adottare il Pug. Non l’ho ancora detto alle forze politiche, ma mi assumo la responsabilità: questo Pug non è la mia visione di sviluppo del paese dei prossimi 25 anni».

Venerdì c’è il comizio in cui approfondirà questi temi con i suoi concittadini. Dirà anche altre cose?

«Certo. Dirò che la mensa scolastica quest’anno è partita ad ottobre, all’inizio dell’anno scolastico, e lo abbiamo fatto grazie alla disponibilità degli uffici interessati. Ci siamo seduti insieme a loro e lo abbiamo fatto».

Dice che non ha problemi di burocrazia comunale?

«Dobbiamo investire molto nella burocrazia. Le difficoltà di bilancio hanno impedito di investire, ma se la macchina amministrativa non funziona non riesce a seguire l’amministrazione. Noi siamo più veloci, ce ne stiamo rendendo conto, ma se ci sono problemi di carenza di organico tutto rallenta. Noi porteremo in considerazione il fabbisogno del personale triennale e interverremo in quegli uffici propedeutici all’attività amministrativa, perché, se la macchina funziona, potremo realizzare quello che ci siano ripromessi».

E poi c’è San Miserino, l’edificio paleocristiano del II-IV secolo...

«La polemica deve cessare. Sabato scorso mi sono sentito con il sindaco Marasco. È stato un malinteso perché il mese scorso, nella “Giornata del creato”, io annunciai che avevamo chiesto un finanziamento e il giorno dopo abbiamo avuto la bella notizia del finanziamento concesso. In un passaggio, feci riferimento al fatto che in tempi remoti quel luogo era stato abbandonato e quello ha determinato la reazione... Ho chiarito tutti i passaggi. Devo riconoscere che le amministrazioni immediatamente precedenti hanno avuto attenzione e noi siamo in continuità. San Miserino è la nostra storia e su San Miserino dobbiamo trovare l’unità».

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