BRINDISI - L’ordinanza sulla movida, emanata dal sindaco Marchionna il 6 luglio scorso, non è stato affatto digerita dai residenti del centro storico che, anzi, sono pronti ad... affondare il colpo sotto forma di impugnazione del provvedimento dinanzi al Tar.
Questione di giorni (già forse nella giornata di oggi) e il ricorso sarà depositato in cancelleria dall’avvocato al quale un gruppo più o meno folto di persone (almeno una trentina e forse più) che abitano nelle vicinanze della zona che pullula di locali notturni ha dato mandato per tutelare i propri interessi.
Il legale, per conto degli stessi residenti, chiederà la sospensione dell’ordinanza “inaudita altera parte”: se i giudici amministrativi dovessero ritenere fondati e meritevoli di accoglimento i motivi urgenti addotti dalla parte ricorrente, l’ordinanza perderebbe subito efficacia, in attesa poi della decisione nel merito. Non solo: l’eventuale accoglimento del ricorso potrebbe aprire la strada anche a richieste di risarcimento danni nei confronti sia dell’Amministrazione comunale, sia anche dei titolari dei locali che non si attengono alle regole (forti, in tal senso, di alcune recenti pronunce favorevoli della Corte di Cassazione).
Insomma, la “battaglia” è appena agli inizi e non era difficile prevedere che si finisse nelle aule giudiziarie.
Ciò che i residenti proprio non digeriscono è la regolamentazione in ordine alla diffusione dei decibel all’esterno dei locali. Nell’ordinanza del sindaco, infatti, non solo non è indicata una soglia massima oltre la quale non si può andare, ma addirittura è prevista espressamente la deroga ai limiti acustici stabiliti dalla legge regionale n. 3/2002 (che fissa la diffusione massima in 55 decibel, ridotti a 45 a partire dalle ore 22 e sino alle 6 del mattino dopo).
Tutto ciò, ovviamente, va a vantaggio dei locali che, con la possibilità di deroga, “sparano” la musica a livelli ben superiori ai predetti 55 decibel: sotto quest’aspetto, infatti, sono stati girati alcuni video durante la diffusione sonora (che verosimilmente faranno parte della documentazione probatoria da presentare a sostegno del ricorso) con contestuale misurazione dell’inquinamento acustico e in più di qualche caso si oltrepassano anche gli 85 decibel.
Con il ricorso, dunque, i residenti del centro storico sperano di poter porre un argine all’inquinamento acustico che, nei weekend, raggiunge l’apice, non disdegnando però i restanti giorni, agevolato in questo caso anche dalla mancata organizzazione (per mancanza di fondi) della “Estate brindisina”: in occasione, infatti, di eventi promossi dall’Amministrazione comunale, sarebbe sorto il divieto di diffusione sonora entro i 200 metri dalla sede della manifestazione, ma l’assenza di qualsivoglia appuntamento consentirà teoricamente ai titolari dei locali di poter intrattenere i propri clienti con la musica tutti i giorni.