BRINDISI - «Stop alla politica dei tagli per far fronte alla crisi della Sanità brindisina». Non si arresta la levata di Scudi della Uil Fpl nei confronti della Asl di Brindisi e della Regione Puglia per quanto sta avvenendo nelle strutture ospedaliere del territorio brindisino.
«La spirale politico amministrativa in cui da tempo l’Asl di Brindisi è travolta non lascia speranza a cambiamenti “rivoluzionari e innovativi”, che ad oggi - si legge in una nota a firma del segretario generale Gianluca Facecchia e dei dirigenti Uil Fpl - appaiono una vera e propria chimera. Veniamo a conoscenza, alquanto angosciati, di imminenti soluzioni “miracolose” alle tantissime problematiche, già conosciute da tutti, della sanità Brindisina da parte dell’assessore Palese, al quale non ci arroghiamo nessun diritto di sostituirci ma che spereremmo che salvasse il più possibile, pianificando e programmando interventi per un prossimo futuro, che non sembrano impossibili da realizzare. In una situazione drammatica come quella brindisina si potrebbe realizzare un progetto innovativo rivoluzionario che diventi pilota per tante altre realtà in difficoltà. Non un cambiamento di paradigma ma una vera e propria Teoria innovativa, grazie alle persone qualificate di cui questa regione e l’Asl dispongono ma che vengono relegate ai margini o costrette a “non fare nulla”».
Una situazione caotica e improduttiva: «Incontri, riunioni, dibattiti tra dirigenti e politici che - scrive ancora Facecchia - portano solo come conclusione ed obiettivo principale a “tagli”. Non ci si può improvvisare con tagli di reparti e accorpamenti, invitando indirettamente il pochissimo personale medico, in particolare quello specializzato in Chirurgia, a lasciare questa Asl, sempre nel marasma più totale. Si abbia il coraggio - si legge nella nota Uil - di cambiare radicalmente modo di fare assistenza, promuovendo e sviluppando le Professioni Sanitarie ad oggi ormai preparate e pronte a gestire anche reparti ad indirizzo infermieristico, (finiamola con queste ideologie “medicocentriche” che come zavorre sono rimaste agli anni 60), gestendo risorse umane in maniera razionale e mirata al solo prendersi cura della persona, non dissipando energie in attività manageriali senza alcuna logica o prospettiva evolutiva. Sarebbe ora che quei pochi medici presenti in questa Asl tornassero a fare i Dirigenti dell’Area Medica, invece di stare chiusi nei castelli delle direzioni sanitarie e lasciare spazio per quanto di competenza ai Dirigenti delle Professioni Sanitarie, più propensi al tipo di formazione manageriale, a realizzare nuovi modelli organizzativi di valore, propositivi, che si basino sulle attuali evidenze scientifiche e non arretrati e inefficienti come gli attuali. Una nuova governance della sanità mirata all’accountability fuori da interessi e opportunismi affaristici e intrallazzi politici. Siamo molto preoccupati - aggiunge Facecchia - per le dichiarazioni in merito alla proposta di investire sulle prestazioni aggiuntive visto il bluff che è stato orchestrato ai danni dei lavoratori nel periodo covid, ad oggi ancora in contenzioso legale, in tanti, con l’Asl».
Note dolenti e nervi tutt’ora scoperti che sono sotto gli occhi di tutti. «Quindi ci piacerebbe sapere quali criteri verranno utilizzati nel pagamento di queste prestazioni aggiuntive. Il mancato reclutamento attraverso bandi pubblici di personale delle professioni sanitarie sotto l’aspettativa del comprarsi il lavoratore con le presunte prestazioni aggiuntive, lascia come sempre sgomenti». E ancora: «Ci chiediamo, ma non si riesce a capire che questa emergenza sanitaria si può solamente risolvere investendo sul personale sanitario, (senza il materiale umano non si fa nulla nella sanità!)?. E invece questo assessorato continua a parlare di tagli accorpamenti e come soluzione ad oggi si continua sempre a parlare solo di prestazioni aggiuntive e trasferimenti di personale (sempre se gli operatori sanitari ci saranno e se saranno interessati). Da tempo chiediamo - scrive tra le altre cose Facecchia - il trasferimento urgente delle guardie mediche (medicina di continuità) ad oggi chiusi nei bunker brindisini. Vista l’emergenza, bisogna avere il coraggio di atti forti: si sposti personale presso il Pronto soccorso a dare supporto ad un servizio che di innovativo negli ultimi anni ha avuto solo un aumento esponenziale dei carichi di lavoro con tutti i pericoli annessi alla salute pubblica e dei lavoratori, letteralmente massacrati nell’ indifferenza più totale. Noi come Uil Fpl non contestiamo o chiediamo per il gusto di farlo ed apparire, ma diamo anche soluzioni».
Da qui la proposta: «Vorremmo incontrare la settimana prossima, insieme alle altre sigle sindacali interessate alla questione, l’assessore Palese, il direttore di Dipartimento Montanaro, il commissario dell’ Asl di Brindisi Gorgoni, ed il presidente della commissione Sanità Vizzino, in un vertice a Brindisi. Non molleremo di un solo millimetro - conclude Facecchia - nello scontro con l’attuale indirizzo politico della sanità pugliese sul territorio Brindisino, se non ascolteranno le nostre proposte. Scioperi e manifestazioni andranno ad oltranza se non si trovassero gli accordi dovuti».