Luigi Vitali, in Fi dal 1995 al 2021, ha maturato una lunga esperienza accanto a Silvio Berlusconi: come ricorda il presidente appena scomparso?
Venivo dall’Msi, ma nel 1992 avevo smesso di fare politica. Ripresi nel 1994, con Berlusconi, che conoscevo come imprenditore e presidente del Milan. Fui colpito dal coraggio avuto nell’indicare, per le elezioni di Roma, la preferenza su Fini.
Così, nel 1995, tornò in politica…
Sì, aderendo a FI, mi candidai e diventai consigliere comunale a Francavilla Fontana e nel 1996 deputato.
Quando avvenne il primo incontro con Berlusconi?
L’anno successivo. Fu un incontro importante, dal quale nacque una grande amicizia. Mi invitò al bar Giolitti (celebre punto di ritrovo dei parlamentari, a pochi passi da Montecitorio, ndr) per mangiare un gelato. Io ero un giovane parlamentare e lui, per noi peones, era inarrivabile.
Come andò?
Era l’epoca dei congressi di FI, la trasformazione da partito di gomma a partito strutturato. Il primo congresso provinciale d’Italia è stato fatto a Brindisi. Mi chiese di andare a fare il commissario a Lecce.
Poi come proseguì la collaborazione?
Nel 2000, decise di fare la campagna elettorale lanciando la nave Azzurra. Voleva qualcosa di brioso e così venne fuori l’idea della Corale di FI che ho portato io. Era la Corale di Francavilla Fontana, che cantava in chiesa e che io trasformai, con tanto di divisa e che partecipò a tutta la traversata della nave.
Nel 2015 diventò commissario regionale
Abbiamo lavorato molto, mi sono sempre occupato di giustizia, tema a lui molto caro. La legge Cirielli, di fatto, l’ho confezionata io, dopo che due relatori non erano riusciti a portarla in porto. Credevo molto in quella norma.
Per premio divenne sottosegretario alla giustizia…
Sì, come riconoscimento per quel grande impegno e così continuò il nostro rapporto.
Che però si è interrotto nel 2021. Come l’ha vissuta?
Non è stata una rottura con lui, ma con alcuni vertici del partito, in seguito ad alcune nomine. Quando ne parlammo, tempo dopo, lui si disse dispiaciuto. Non faceva mai cose che potessero dispiacere qualcuno, ma se le facevano altre persone, al suo posto, non le legittimava, anche se, in quella situazione, era molto amareggiato.
Come vede il futuro di Fi?
A livello pugliese continuo a mantenere criticità. A Brindisi, c’è stato un buon risultato, frutto di un campo molto largo, però Fi in Puglia, è ancora priva delle sezioni in molte città importanti, non credo esista la segreteria regionale. Vive del consenso personale di alcuni rappresentanti. A livello nazionale bisognerà vedere se chi oggi si trova a rivestire ruoli di responsabilità sarà in grado di ricomporre le anime, come faceva Berlusconi. E poi occorre capire se all’interno della classe dirigente ci sia qualcuno in grado di sprigionare una leadership che possa competere con Salvini e Meloni.