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Brindisi, arriva il grande giorno: la via Appia candidata a patrimonio dell’Umanità

 
Antonio Negro

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Antonio Negro

Brindisi, arriva il grande giorno: la via Appia candidata a patrimonio dell’Umanità

Le colonne dell'Appia Antica a Brindisi

Domani la firma a Roma per l’istanza di riconoscimento dell'Unesco

Lunedì 09 Gennaio 2023, 11:00

10 Gennaio 2023, 10:54

Ci siamo: dopo gli incontri di consultazione e condivisione di strategie e obiettivi, domani si firma a Roma l’intesa per la candidatura della via Appia per l’istanza di riconoscimento da parte dell’Unesco dello status di Patrimonio mondiale dell’Umanità.

Nella provincia brindisina sono cinque i Comuni che, in quanto toccati dal percorso della via Appia lungo il suo tratto finale, dovranno firmare l’intesa presso la sede del ministero italiano della Cultura, già promotore dell’iniziativa. Domani, pertanto, sindaci o comunque delegazioni delle Amministrazioni comunali di Brindisi, Mesagne, Latiano, Oria e Francavilla Fontana, saranno nella capitale per l’ufficializzazione della candidatura in una cerimonia che sarà presieduta dal ministro Gennaro Sangiuliano.

Si tratta ovviamente solo di un primo passo, sebbene importantissimo, nel tentativo di raggiungere un obiettivo che avrebbe straordinarie ricadute sui territori attraversati dalla storica arteria, che verrebbe valorizzata e promossa su scala mondiale come un «cammino» di scoperta e conoscenza di una grossa fetta di storia dell’umanità, tra monumenti, vestigia, città caratteristiche, paesaggi e siti naturalistici di notevole rilievo ambientale.

È facile quindi intuire quanto tutto ciò inciderebbe sull’economia e sul turismo del territorio, imprimendo un impulso senza precedenti e duraturo nel tempo, attraverso una sorta di «certificazione» quale appunto quella che verrebbe conferita ai luoghi con il riconoscimento di Patrimonio mondiale dell’Umanità.

Il progetto «Appia Regina Viarum» prevede infatti la messa a sistema di un percorso turistico-culturale lungo la prima grande via di comunicazione della storia: l’antica arteria romana che collegava Roma con Brindisi per consentire. Un percorso che - se dovesse giungere il riconoscimento da parte dell’Unesco - verrebbe riproposto come una forma di mobilità turistica lenta, per l’accesso e la fruizione del patrimonio culturale che ha già di per se un valore planetario a cui l’eventuale pronunciamento favorevole da parte dell’Unesco garantirebbe una sorta di «sigillo» di qualità universalmente valido.

Il lavoro svolto negli anni da studiosi e ricercatori ha consentito di rinvenire lungo il tragitto brindisino della via Appia diverse testimonianza di varie epoche storiche, in alcuni casi con differenti stratificazioni, a conferma del fatto che la via è stata oggetto di numerosi rifacimenti nell’arco dei secoli. L’ipotesi degli esperti della materia è che l’Appia sia un vero e proprio elemento strutturante del paesaggio, capace di plasmarne l’evoluzione attraverso i secoli indirizzando le scelte insediative. Per questa ragione, attraverso lo studio approfondito della strada, è possibile comprendere e conoscere molto di più sulla storia dei territori e sull’identità delle singole città toccate dalla stessa. Va quindi evidenziato - su scala più generale - che a parte il ruolo nel progetto dei territori della provincia brindisina, si tratta di un’arteria rispetto alla quale bastano già i numeri a far capire l’importanza dell’iniziativa avviata: una strada lunga 609 km, che attraversa 4 regioni italiane (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 11 Province e ben 87 Comuni. Sono appunto numeri che danno la dimensione di un progetto di valorizzazione che non può che essere di rilevanza mondiale e deve inevitabilmente coinvolgere diverse istituzioni, non solo per la candidatura a patrimonio dell’Unesco ma per la idonea fruibilità di un vero e proprio nuovo itinerario storico-turistico che è già esistente e va reso noto ed accessibile al livello mondiale, anche a prescindere da quello che sarà il pronunciamento dell’Unesco, che comunque ci si auspica sia favorevole. D’altro canto, sempre a conferma che la via Appia è già di per se un brand storico-culturale di inestimabile valore e potenzialità, va detto che proprio recentemente si è interessato della Regina Viarum anche il «National Geographic» che ha inserito il tracciato tra l’elenco dei migliori viaggi da compiere nel 2023.

Domani, quindi, si apre la fase operativa dell’iter di valorizzazione del patrimonio in questione, con la firma che i rappresentanti istituzionali andranno ad apporre sulla scrivania del ministero della Cultura a Roma.

IL PLAUSO DI D'ATTIS

«Un passo importante per Brindisi e per tutta la Puglia, fortemente sostenuto già durante la scorsa legislatura: non posso che plaudere alla firma del protocollo di intesa per la candidatura del sito 'Via Appia. Regina viarum' per l’iscrizione nella lista del patrimonio Unesco». Lo dichiara il commissario regionale di Forza Italia in Puglia, Mauro D’Attis. «Circa 900 chilometri di tracciato da Roma a Brindisi - prosegue - un itinerario di straordinario pregio storico, culturale, paesaggistico ed archeologico. L’antico asse viario comprende patrimoni incommensurabili che a pieno titolo possono ambire all’iscrizione nella lista Unesco. Se condotta con successo, si tratta di un’iniziativa in grado di esercitare un fortissimo appeal turistico, impreziosendo il bagaglio culturale di tutto il Paese ed innanzando l’immagine di Brindisi e della Puglia a livello mondiale. Credo moltissimo in questo percorso, fin dall’inizio, e tutta la nostra comunità deve tifare affinché si possa giungere al prestigiosissimo traguardo».

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