Sabato 06 Settembre 2025 | 15:08

Fasano, ecco la startup del riciclo green di batterie esauste

 
Mimmo Mongelli

Reporter:

Mimmo Mongelli

La startup del riciclo green di batterie esauste «parla»  fasanese

Il sogno di cinque ragazzi diviene realtà e attrae diversi investitori

Giovedì 05 Gennaio 2023, 12:05

FASANO - Dal sogno alla ribalta nazionale. Era il 22 febbraio 2022 quando i giovanissimi Raffaele Nacchiero, Vincenzo Scarano, Giovanni Miccolis, Leonardo Renna (fasanese doc) e Leonardo Binetti si riunirono in uno studio notarile nel centro foggiano per dare vita ad AraBat, startup innovativa con cinquecento euro di capitale sociale e il sogno di cambiare il mondo. Tutti rigorosamente pugliesi: il ceo Nacchiero di Foggia, ingegnere gestionale, dottorando di ricerca presso il Politecnico di Bari e artista, è «un poeta che si presta a fare business, e anche altro» come gli piace definirsi; il cmo Scarano, anche lui di Foggia, è un aziendalista ed esperto di digital marketing; il cfo Renna di Fasano, il più saggio del team, è un aziendalista ed esperto di contabilità, animato da sogni ambiziosi da realizzare; il cto Miccolis di Noci, anche lui ingegnere gestionale, è quello razionale e realista del team che sogna da sempre di diventare un imprenditore; il cino Binetti di Vico del Gargano, ingegnere dei materiali con un dottorato di ricerca conseguito presso la Edinburgh Napier University in Scozia, è lo scienziato del team nonché «cervello di ritorno» (e non più in fuga!) verso il proprio territorio grazie ad AraBat.

La storia inizia così: grazie ai canali diretti di Associazione NemicoRe e del Gruppo A.FO.RI.S., i cinque ragazzi raccontano al professore Matteo Francavilla dell’Università di Foggia la propria intuizione tecnologica: riciclare le batterie al litio esauste di autovetture e dispositivi elettronici attraverso residui vegetali e scarti agrumari, come le bucce delle arance. In breve: conferire una dimensione biologica alla transizione elettrica e risolvere molteplici problemi, quello delle batterie e dei metalli preziosi, ma anche quello legato al riutilizzo di scarti locali, per esempio le arance del Gargano. Francavilla ne vede il genio e decide di supportarli e di accompagnarli nel processo di validazione scientifica attraverso lo STAR Facility Centre, hub tecnologico dell’Università di Foggia, che lui stesso coordina. AraBat e l’università siglano un contratto di ricerca e una partnership scientifica che porterà non solo a validare l’intuizione dei ragazzi, ma a costruire una tecnologia innovativa e totalmente sostenibile di idrometallurgia verde con risultati eccellenti e forse inaspettati.

La startup intanto vince l’avviso pubblico «Estrazione dei Talenti» di ARTI Puglia con il quale affronta un lungo percorso di incubazione e accompagnamento imprenditoriale che porterà a costruire il progetto di impresa effettivo per la startup. Mentre il percorso di ricerca proseguiva con i propri tempi in laboratorio, i ragazzi cominciavano a guardarsi attorno per tentare di intercettare possibili partner industriali che potessero supportare la crescita della startup. Gelo, indifferenza, scetticismo: nessuna azienda italiana, locale o del Nord, era disposta a investire o quantomeno a collaborare con AraBat, per via di «un progetto imprenditoriale e tecnologico eccessivamente folle e rischioso intrapreso da cinque semplici amici al bar».

Afflitto da questa situazione, Nacchiero tenta il tutto per tutto con Linkedin. Ed ecco la scintilla: un’azienda canadese risponde con interesse alla richiesta della startup e, nel giro di poche settimane, il suo CEO d’Oltreoceano si ritrovava a Foggia a parlare di business con i ragazzi di AraBat. Da quell’incontro escono fuori nuove idee e potenziali sinergie che confluiscono in un protocollo di intesa per una partnership internazionale per supportare lo scale-up di AraBat e la realizzazione futura di un impianto industriale proprio in Puglia. Ma al team di AraBat questo primo successo non basta: raggiunge in poco tempo le finali delle più prestigiose competizioni nazionali e internazionali di startup riuscendo a vincerle. AraBat diviene così la startup più premiata d’Italia, riuscendo a catturare l’attenzione dei più grandi fondi di investimento del Paese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)