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Mesagne festeggia i 30 anni del commissariato, simbolo del riscatto di una terra che era ostaggio della Scu

 
Antonio Portolano

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Antonio Portolano

Mesagne, il commissariato

Alla cerimonia il capo della Polizia, Lamberto Giannini: "La legalità è un diritto essenziale per godere di ogni altro diritto e va conquistata giorno per giorno con l’impegno di tutti"

Martedì 15 Marzo 2022, 11:14

17:08

BRINDISI - Il simbolo del «riscatto». Il 15 maggio del 1992 la Polizia di Stato istituiva il Commissariato di Pubblica sicurezza di Mesagne. Non ci fu nemmeno il tempo di una cerimonia che il dottor Gerardo Acquaviva e i suoi uomini dovettero occuparsi subito dell’omicidio di un ex vigilante. Erano gli anni in cui la Sacra corona unita, la quarta mafia, imperversava e tentava di radicarsi in tutto il Salento. A trent’anni di distanza, quel «seme» piantato dallo Stato, racconta una storia diversa: una storia di riscatto e di orgoglio.

«La guerra non è finita - ha detto il questore della provincia di Brindisi, Ferdinando Rossi, durante la conferenza stampa per la presentazione della due giorni di eventi che inizieranno oggi e a cui prenderà parte, tra gli altri il Capo della Polizia di Stato, il prefetto Lamberto Giannini - ma sono convinto che la criminalità organizzata può essere resa inoffensiva». E poi rivolgendosi al sindaco di Mesagne (nonché presidente della Provincia) Tony Matarrelli ha chiosato: «Siamo emozionati. È un regalo (la due giorni di eventi organizzata per il trentennale) che vogliamo fare come Polizia di Stato con tutto il cuore alla città e a tutti i mesagnesi per un percorso fantastico. Da quando sono arrivato a Brindisi, Mesagne è sempre stata al centro del mio mandato di questore. Ho potuto vedere che Mesagne da centro simbolico della criminalità organizzata salentina ha conosciuto un periodo di riscatto significativo. Lo stesso territorio brindisino non è esente dal fenomeno mafioso, ma stiamo facendo importanti passi in avanti. E in questo è fondamentale l’impegno delle amministrazioni comunali e della società civile. Sono convinto che questo territorio saprà fare passi sempre più importanti. E che il modello Mesagne possa essere esteso anche agli altri centri della provincia».

A questa chiamata all’impegno ha risposto con grande fervore il sindaco Matarrelli, impegnato in queste ore a fare di Mesagne «Capitale della cultura 2024». «Mesagne e i mesagnesi sono orgogliosi. Voglio ringraziare la Polizia di Stato - ha detto Matarrelli - non solo per quello che fa a livello nazionale e posso testimoniare che l’attenzione per Mesagne è massima. Fino ai primo anni ‘80 Mesagne era una città pacifica, erede di una cultura contadina. Fatta di gente rispettosa, solidale, generosa. Dagli anni ‘80 è arrivata la paura con la Sacra corona unita. Se nel 1992 non fosse stato aperto il Commissariato non so come sarebbe andata a finire. E invece la presenza dello Stato - con tutte le forze dell’ordine - ha dato quel segnale importante di fiducia che ha permesso di cambiare le cose. Una cosa importante, da sottolineare è che a Mesagne, le istituzioni cittadine di qualsiasi colore politico, sono sempre state estranee alla mafia. Tutto ciò ha dato anche ai cittadini quel coraggio di denunciare».

«Tutti i poliziotti di questo Commissariato - dice l’attuale dirigente, il vice questore Giuseppe Massaro - hanno fatto la storia di questa città. Il dottore Acquaviva mi ha raccontato come era difficile lavorare all’epoca: nemmeno il tempo di insediarsi che già gli investigatori si trovarono di fronte al primo morto. Dal 1992 a oggi le cose sono cambiate e questo, in particolare, grazie al grande dialogo tra forze dell’ordine e cittadinanza, che è in continua crescita».

IL CAPO DELLA POLIZIA - «La legalità è un diritto essenziale per godere di ogni altro diritto e va conquistata giorno per giorno con l’impegno da parte di tutti, in un patto, ma io direi in un abbraccio tra la Polizia, tutte le forze dell’ordine, la magistratura e tutti i cittadini. Ognuno con il proprio impegno, ognuno facendo la propria parte». Lo ha detto Lamberto Giannini, Capo della Polizia Stato, intervenuto a Mesagne, in provincia di Brindisi, alla cerimonia dei 30 anni dall’istituzione del Commissariato di Polizia. Mesagne ha vissuto gli anni più bui della Sacra Corona Unita e negli ultimi decenni ha fatto un percorso di legalità culminato con la recente candidatura a Capitale italiana della Cultura 2024 (domani si conoscerà la città prescelta).

«Questa - ha proseguito Giannini - è un’occasione molto importante perché sono 30 anni di storia, vissuti con grande intensità, vicini ad una cittadinanza che ci ha espresso enorme gratitudine. A Mesagne assistiamo ad un segnale di coraggio e di riscatto: ed è il segnale di un percorso e di vicinanza tra lo Stato ed i cittadini. Il semplice fatto di essere annoverati e di partecipare ad un qualcosa così importante è sicuramente una grandissima vittoria. La legalità è un percorso ma anche una conquista che va mantenuta ogni giorno, ed io posso assicurare - ha concluso - che il nostro impegno, l’impegno della Polizia Di Stato, ma di tutte le forze dell’ordine continuerà, cercando sempre di fare meglio». Al termine della cerimonia c'è stato anche l’annullo filatelico di una cartolina raffigurante la città di Mesagne.

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