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Pneumologia riapre tutti gli ambulatori al «Perrino» di Brindisi

 
Antonio Portolano

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Antonio Portolano

Pneumologia riapre tutti gli ambulatori al «Perrino» di Brindisi

L'ospedale Perrino di Brindisi

Il direttore dell'Unità operativa Sabato: «C'è da recuperare il tempo condizionato dal Covid»

Domenica 06 Marzo 2022, 15:36

15:37

BRINDISI -- Prove tecniche di ritorno alla «normalità» per i reparti ospedalieri di Pneumologia dell’ospedale Perrino di Brindisi schierati in prima linea durante l’emergenza pandemica. È stato questo l’obiettivo della tre giorni di convegno - con medici di livello nazionale e internazionale - organizzata dalla Unità operativa di Pneumologia del Perrino promossa da Eugenio Sabato, direttore dell'Unità operativa di Pneumologia.

Da maggio 2020 all'ospedale Perrino è aperto un ambulatorio post Covid, per seguire i pazienti guariti ma con complicazioni persistenti. Sino al dicembre 2021 sono stati 138 i pazienti presi in carico, con età media di 59 anni. Di tutti costoro, il 42% presenta ancora difficoltà respiratorie ed ha quindi bisogno di proseguire con cure specifiche, anche ambulatoriali. Da lunedì prossimo al settimo piano dell'ospedale Perrino riapriranno gli ambulatori tra cui quello dedicato ad una categoria di pazienti particolarmente fragile: gli ammalati di patologie neuromuscolari (Sla, ad esempio) con complicazioni respiratorie. L'ambulatorio aveva aperto dal gennaio 2018 per poi chiudere in seguito al Covid. L'obiettivo è il ritorno alla erogazione di assistenza con periodicità regolare, senza di cui la stessa vita di questi soggetti è messa seriamente a rischio.

Come si ritorna alla normalità?
«La pneumologia di Brindisi è stata per due anni, dal 13 marzo 2020 ad oggi - spiega il dottore Sabato - soltanto pneumologia Covid a parte un breve periodo estivo. Adesso riapriamo con questo congresso finalmente al territorio facendo comprendere all'utenza che Pneumologia di Brindisi può ripartire con i suoi ambulatori. Probabilmente riapriremo anche il reparto alle patologie respiratorie non covid già dalla settimana prossima».
Quali sono le urgenze da affrontare?
«In questo periodo siamo stati costretti ad avere meno attenzione per quelle patologie come il tumore polmonare. Finalmente adesso possiamo ritornare a fare diagnosi attraverso le broncoscopie, attraverso le biopsie transtoraciche, l'esame del versamento pleurico. Quindi cercheremo di aiutare i pazienti con sospetti di tumore, con broncopatie cronico ostruttive, con asma bronchiale, i pazienti con patologie neuromuscolari (vale a dire la Sla, la Sclerosi laterale amniotrofica una delle patologie rare che ci sono). Queste sono le patologie che più ci preoccupano insieme con la fibrosi polmonare idiopatica, che è anche una delle ultime patologie rare più emergenti nel nostro territorio, o le polmoniti organizzative».
Con la pandemia siete stati in trincea come è andata e che scenario prevede?
«Abbiamo trattato tanti pazienti. Oltre trecento nel periodo covid. Casi gravi perché eravamo una terapia semi intensiva. Gente con polmoniti interstiziali bilaterali e insufficienze respiratorie acute. Pazienti con ventilatori polmonari, con i caschi, pazienti pronati (a pancia in giù) per migliorare ventilazione e aumentare ossigenazione del sangue per riuscire a salvargli la vita. Un periodo difficilissimo non solo per i pazienti ma anche per il personale medico e infermieristico e per gli operatori socio sanitari costretti a lavoro per 12 ore vestiti con tute e caschi per cui non potevano bere o espletare i loro bisogni per fare un esempio. Vediamo una luce in fondo al tunnel. Oggi abbiamo solo 9 pazienti molto gravi. Spero che la vaccinazione porti il Covid ad essere endemico fino ad avere una sintomatologia influenzale ed essere curata a domicilio evitando decessi e patologie gravi».
«È importante che si torni a parlare di Pneumologia - ha detto il direttore generale Asl, Flavio Roseto - anche per patologie non strettamente legate al Covid. Dobbiamo voltare pagina e dare risposte a tutti gli utenti. Bisogna recuperare il tempo perso, abbattere le liste di attesa e offrire servizi completi sia in ospedale sia sul territorio».

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