BRINDISI – «C’è un medico a bordo?» Attimi di paura sul volo diretto a Brindisi proveniente da Milano Linate. Una bambina accompagnata dalla madre stava soffocando a seguito dell’ingestione di una caramella. Le operazioni di volo sono state ritardate per consentire l’intervento risolutivo dell'assistente di volo che ha operato la manovra di disostruzione di Heimlich. A bordo del velivolo Alitalia, la tosse persistente della bambina ha destato la preoccupazione dei passeggeri che, in un primo momento hanno temuto che i sintomi fossero riconducibili al Covid-19. Le comunicazioni ufficiali hanno fugato ogni dubbio. Non si trattava dell’infezione da SARS-CoV-2, ma di una caramella andata di traverso. Il volo è giunto a destinazione con quaranta minuti di ritardo rispetto alle previsioni e la bambina e la madre hanno fatto ritorno a casa dopo uno spavento non da poco.
La notizia data domenica sera si arricchisce di dettagli grazie alla testimonianza esclusiva dell’assistente di volo Alitalia che ha salvato la vita alla bambina di 16 mesi a bordo del volo diretto da Milano Linate a Brindisi. Cosa era accaduto? Aveva ingerito qualcosa da mangiare con conseguente ostruzione delle vie aeree. “Aveva il volto cianotico e gonfio. Ho capito subito che la bambina non respirava più”. Inizia così il racconto del responsabile di cabina Paolo Bagnara che in 90 secondi ha invertito il corso degli eventi. La bambina era con la tata. La madre a sua volta si occupava del fratello gemello. Mentre si ultimavano le operazioni relative al decollo, il responsabile Bagnara comprende che alla fila 5 vi è un’emergenza in corso. Avvisa immediatamente il comandante di interrompere il decollo e tornare al parcheggio alla ricerca di un medico. Intanto, la bambina aveva smesso di respirare e tutti la davano per spacciata. Grazie all’aiuto della collega Claudia Rossini che reggeva la piccola in braccio, Bagnara è intervenuto con la manovra di disostruzione di Heimlich, intervento delicatissimo su una neonata. “Due, tre colpi e la bambina non rispondeva. Poi ancora un colpo, più forte e, dopo aver rimesso, è tornata a respirare”. Mentre il responsabile di cabina interveniva sulla piccola, il velivolo aveva fatto ritorno al parcheggio e, una volta allertata l’Unità Medica Locale, il medico è salito a bordo per un controllo.
È stato rilasciato un certificato per l’accaduto e Bagnara e Rossini sono stati protagonisti di una storia a lieto fine. “La piccola ha riaperto i suoi grandi occhi azzurri e ha sorriso a tutti. La commozione generale è stata indescrivibile”. Quei 90 secondi di terrore quando la bambina di 16 mesi lottava tra la vita e la morte sono apparsi un’eternità per chi le ha salvato la vita. Non è la prima volta che gli operatori di volo si trovino alle prese con situazioni salvavita come quella della neonata che si stava affogando ma che per fortuna ha potuto fare ritorno a casa come se non fosse accaduto alcunchè. Intervenire lucidamente è possibile grazie all’addestramento cui vengono sottoposti nel corso del quale apprendono elementi di pronto soccorso per gestire con successo ogni emergenza perché non sempre si può contare su un medico a bordo.