Specchia - Le indagini sulla morte di Noemi Durini devono andare avanti. È questa la richiesta dei genitori della 16enne uccisa nel settembre 2017 dal fidanzato Lucio Marzo, già condannato a 18 anni di carcere. I familiari della giovane si sono nuovamente opposti alla seconda richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura nei confronti dei genitori del ragazzo, indagati per occultamento e soppressione di cadavere. L’ultima parola, però, spetta al gip Alessandra Sermarini.
«Abbiamo evidenziato una serie di elementi che riteniamo importantissimi - spiega l’avvocato Claudia Sorrenti, legale della fondazione antiviolenza Doppia Difesa, creata nel 2007 da Michelle Hunziker e Giulia Buongiorno - Abbiamo prodotto delle immagini che collocano l’auto dei genitori di Lucio nelle ore successive all’omicidio a Castrignano, nei pressi del luogo dove fu ritrovato il cadavere. Chiediamo inoltre che venga analizzata un’impronta di sangue sulla maniglia della macchina e che vengano esaminati con attenzione i dati delle celle telefoniche».
«Secondo noi sono coinvolti anche loro - dichiara Immacolata Rizzo, la madre della ragazza - le indagini devono andare avanti, questi elementi addotti dal nostro legale devono essere valutati dal giudice».
Di Noemi Durini si persero le tracce nella notte tra il 2 e il 3 settembre 2017. Le indagini portarono alla ricostruzione dei fatti. Guidando senza patente la Fiat 500 di famiglia, Lucio Marzo arrivò da Montesardo, la frazione di Alessano dove viveva, sino a Specchia: qui fece salire in auto la ragazzina che diceva di amare. A bordo dell’utilitaria raggiunsero un uliveto alla periferia di Castrignano del Capo, lungo la provinciale che conduce al mare. Il ragazzo colpì Noemi prima con alcune pietre e poi con un colpo di coltello alla nuca. Trascinò quindi il corpo della vittima ancora agonizzante ai piedi di un muretto a secco e lo coprì sotto i sassi.
Da Specchia il disperato appello della madre
Domenica 25 Aprile 2021, 09:40