SAN PIETRO VERNOTICO - La foto che ha inviato ad amici e conoscenti tramite Messenger non aveva bisogno di alcun commento: in quello scatto il mittente del messaggio era immortalato con un cappio al collo. All’invio della foto era allegata una richiesta di aiuto economico. Chi ha ricevuto il messaggio è rimasto impressionato. Un’amica del 45enne sanpietrano che subito contatto i carabinieri e li ha messi al corrente delle intenzioni suicide che – credeva – avesse il suo amico. I militari dell’Arma della stazione di San Pietro Vernotico - consapevoli del fatto che quando una persona manifesta intenzioni suicidi la tempestività dell’intervento può essere determinante per evitare una tragedia – non hanno perso un solo attimo di tempo. Ricevuta la telefonata della donna, i militari dell’Ama si sono immediatamente recati a casa del 45enne per sincerarsi delle sue condizioni.
Lo hanno trovato – riportiamo testualmente quello che i carabinieri hanno scritto nella loro relazione di servizio – “in buona salute, intento a compiere atti di vita quotidiana”. E la foto? L’uomo avrebbe inviato quello scatto – di pessimo gusto – ai suoi contatti Messenger per indurli a compassione e convincerli a dargli i soldi che gli servivano per onorare i suoi debiti. Il 45enne sanpietrano – è la conclusione a cui sono giunti i carabinieri – non avrebbe mai avuto intenzioni suicide. I militari dell’Arma hanno formalizzato a carico dell’uomo una denuncia in stato di libertà alla magistratura per procurato allarme.
Il reato di procurato allarme non è assolutamente uno… scherzo. L’articolo 658 del Codice penale recita che: “Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da dieci euro a cinquecentosedici euro”.
Lo spirito della norma è quello di sanzionare quelle condotte che distraggono le forze di polizia dai loro compiti istituzionali e gli fanno perdere tempo prezioso.