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Brindisi, discariche illegali: scovati altri 17 siti

 
Mimmo Mongelli

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Mimmo Mongelli

Brindisi, discariche illegali: scovati altri 17 siti

Ecco i siti trasformati in discariche a cielo aperto individuati durante lo scorso mese di novembre dai carabinieri sul territorio provinciale

Mercoledì 04 Dicembre 2019, 10:19

BRINDISI - Diciassette: sono tanti i siti trasformati in discariche a cielo aperto individuati durante lo scorso mese di novembre dai carabinieri sul territorio provinciale.

Da tempo i militari dell’Arma del Comando provinciale di Brindisi hanno dichiarato guerra a coloro che, in barba alla legge e al più elementare senso civico, trasformano angoli del territorio in discariche a cielo aperto. Accade sempre più di frequente di imbattersi in zone periferiche delle città diventate luogo di deposito incontrollato di materiale di risulta di cantieri edili, ma anche di vecchi elettrodomestici e di mobili non più utilizzabili. Ora gli incivili, quelli che, in spregio dell’ambiente e dell’ecosistema, abbandonano i rifiuti dove capita, hanno un “nemico” in più: i carabinieri del comando provinciale di Brindisi.

Puntualmente i militari dell’Arma, che effettuano controlli quotidiani nelle periferie e nelle campagne, provvedono a delimitare i siti trasformati in discariche fuori legge e a fotografarli. Ultimate queste operazioni, come previsto dalla legge, immediatamente segnalano la cosa al Comune di competenza con la richiesta al sindaco di emettere un’ordinanza per il ripristino dello stato dei luoghi. La logica suggerirebbe che a pagare il conto della rimozione dai bordi delle strade dei rifiuti abbandonati fossero gli incivili ma, dato che questi ultimi riescono a mantenere l’anonimato, i costi – e si tratta di cifre che sono tutt’altro che trascurabili – della pulizia straordinaria del territorio ricadono su tutti i cittadini, anche su coloro che i rifiuti li depositano negli appositi contenitori, fanno la raccolta differenziata e hanno rispetto per l’ambiente. L’inciviltà costa. E costa parecchio.
Da qui la “guerra” dichiarata e combattuta dai carabinieri agli “sporcaccioni”.

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