Scritte inquietanti o solo l’azione di balordi?
Qualche giorno fa le mura all’interno della torretta del Dolmen di Montalbano, da poco imbiancate per la consueta pulizia e manutenzione, sono state ricoperte di graffiti e scritte da parte di ignoti. Una torretta – ubicata proprio a fianco del Dolmen, nelle campagne tra Montalbano e il mare a due passi dalla frazione - che gli stessi proprietari decidono di lasciare aperta ai fruitori del Dolmen, come simbolo di accoglienza e rispetto reciproco. All’interno sono state rinvenute sui muri simboli particolari, tracciati con vernice spray di vario colore, e riconducibili a vandali da strapazzo, oppure anche a persone legate alle sette sataniche o alle Brigate Rosse.
In questo caso, come anche in altre occasioni, si è trattato di gente che utilizza gli ambienti rurali senza alcun rispetto per i luoghi e per la natura. Gente che non ha amore per il bene pubblico e privato, che non apprezza l’importanza del patrimonio millenario che ci circonda. E soprattutto nell’area del Dolmen, in cui si trova un monumento megalitico dell’Età del Bronzo, presente lì da più di quattromila anni.
A vedere queste scritte in molti si sono allarmati e preoccupati e si sono chiesti: si tratta di vandali o vi è l’ombra delle sette sataniche o delle Brigate Rosse a due passi dal Dolmen di Montalbano? La prima ipotesi sembra quella più plausibile. Tutti quanti se lo augurano e auspicano che tutto ciò non abbia a ripetersi. Grazie al grande senso civico di alcuni cittadini la situazione è stata subito ripristinata.
Nei giorni scorsi, infatti, il senso di comunità ha prevalso sull’inciviltà. I titolari di Masseria Montenapoleone (una struttura in agro di Pezze di Greco), di loro spontanea volontà, hanno ripristinato i luoghi della torretta, ricoprendo le scritte e riconsegnando alla comunità un bene di grande valore per il territorio e per la sua storia.
«Non finiremo mai di ringraziare chi decide di custodire ogni giorno l’ambiente che ci ospita – si legge in una post del Parco delle Dune costiere -. L’incuria, l’abbandono, gli atti vandalici possono solo essere combattuti con il buon esempio, che porta sempre i suoi frutti. I gesti valgono più di mille parole».
Una situazione, dunque, ripristinata grazie alla disponibilità e al grande senso civico di cittadini e imprenditori del territorio, che hanno compreso l’importanza dei beni culturali e paesaggistici (in questo caso di un megalite risalente al secondo secolo avanti Cristo) che ci circondano e che hanno voluto lanciare un forte segnale a chi, invece, non apprezza tutto ciò e a chi non rispetta il territorio e anche i beni altrui.