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Tre spacciatori di «coca»
presi a Barletta e Andria

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Tre spacciatori di «coca»presi a Barletta e Andria

Una coppia bloccata in via Piccinni con 110 grammi di droga. Il 22enne andriese, invece, era ai domiciliari: trovato in possesso di 63 cipolline

Lunedì 07 Agosto 2017, 14:43

Tre spacciatori soni stati arrestati in due distinte operazioni dai carabinieri a Barletta e Andria.

I primi due, una donna, D.S, 53 anni, e un uomo, C.G., 40enne sono stati bloccati dai militari in via Piccinni. Alla vista dei carabinieri hanno manifestato un po' di preoccupazione e, dopo un controllo, all'interno della borsa della donna sono stati rinvenuti due grossi involucri di cocaina, per un peso complessivo di 110 grammi e una somma in contanti di 830 euro, provento dell'attività di spaccio.

Ad Andria, invece, è finito in cella L.F., 22enne, già ai domiciliari. L’accurato appostamento, che i militari hanno effettuato per diversi giorni nei pressi dell’abitazione dell’arrestato, ha messo in evidenza un continuo andirivieni di giovani che, citofonando, ottenevano sostanze stupefacenti che lo stesso provvedeva a consegnare personalmente lanciandole dal balcone.
I militari sono entrati in azione nel momento in cui un ulteriore acquirente è entrato nel garage del pusher con la propria autovettura, il quale, sorpreso, non si è perso d’animo e si è dato da fare con calci e pugni nei confronti dei militari , tentando vanamente di disfarsi della droga che aveva addosso. Bloccato, non ha desistito dalla condotta violenta, anzi ha aggiunto minacce nei loro.

La successiva perquisizione fatta sulla persona, ha consentito di rinvenire un involucro contenente ben 63 dosi di “cocaina”, unitamente ad una somma contante pari ad € 375,00, provento dell’illecita attività. Fra le urla e le reiterate minacce, i militari hanno proseguito con una perquisizione nei locali della propria abitazione, rinvenendo ulteriori 10 dosi della medesima sostanza, nonché materiale vario utilizzato per il confezionamento della stessa, unitamente a due telefoni cellulari, che durante tutte le fasi di arresto e perquisizione, continuavano a squillare.

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