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Bat, a 10 anni di distanza scoperta altra discarica di auto rubate nella stessa cava

 
Gianpaolo Balsamo

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Gianpaolo Balsamo

Bat, dopo 10 anni la storia si ripete: scoperta discarica di auto rubate in una cava

La Spa del furto nei campi tra Andria e Barletta: nello stesso luogo, nel 2011, sempre la Gazzetta aveva segnalato un altro cimitero di auto rubate

Mercoledì 13 Marzo 2024, 09:00

BAT - A distanza di oltre dieci anni, la triste storia si ripete nella Sesta provincia pugliese. Una decina di scocche di auto rubate ammassate in una vecchia cava tra gli ulivi secolari. Un’autentica discarica di lamiere contorte e arrugginite a cielo aperto. L’ennesimo enorme scempio all’ambiente pre-murgiano.

Ci è bastata una semplice passeggiata per verificare la fondatezza delle segnalazioni giunte nei giorni scorsi alla redazione della Gazzetta: la premiata ditta del «ruba & taglia» aveva scelto una vecchia cava in contrada «S. Procopio», ai confini con la contrada andriese di «Torricciolo» tra le campagne di Barletta e Andria, per occultare una decina di scocche di autovetture rubate e precedentemente sezionate e smontate. I pezzi di ricambio ricavati non è escluso siano stati stoccati in magazzini compiacenti o già rivenduti su qualche sito web

Nello stesso luogo, nel 2011, sempre la Gazzetta aveva segnalato un altro cimitero di auto rubate: nella voragine (così come dimostra la pagina dell’epoca che riportiamo a lato) profonda oltre una quindicina di metri, erano state accatastate un centinaio di scocche di auto precedentemente sezionate, spogliate e in parte incendiate.
E, proprio come 13 anni fa, quella ex cava, nel Nord Barese, è tornata a riempirsi di scheletri di autovetture quasi sicuramente tutte di provenienza furtiva.

Le auto (o quello che è rimasto di esse) dall’alto della «grava» appaiono spogliate di tutte le parti (meccaniche, accessori e interni), e probabilmente anche date alle fiamme: diversi proprietari che tuttora, forse, stanno piangendo per il furto patito della propria quattroruote, quella acquistata con tanti sacrifici e, da un giorno all’altro, svanita nel nulla.

Quella discarica, considerata la mole di autovetture accatastate, probabilmente esisteva da diverso tempo. Le scocche erano state abbandonate in quella cava da mesi, forse anche da anni, circondate da un silenzio innaturale, adagiate nelle posizione più strane da bande di criminali che avevano eletto proprio quella voragine, tra gli ulivi secolari, come autodemolizione e discarica abusiva a cielo aperto.

Ma è mai possibile che nessuno, tranne la Gazzetta, si era mai accorto di nulla?...

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