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Barletta, il volontario giramondo che salva vite con le staminali

 
Giuseppe Dimiccoli

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Giuseppe Dimiccoli

Barletta, il volontario giramondo che salva vite con le staminali

Massimiliano Napolitano, 60 anni, è al fianco delle istituzioni per il trasporto del midollo osseo, necessario per i trapianti salvavita degli ammalati di leucemia

Giovedì 21 Dicembre 2023, 11:42

«Buongiorno sto decollando da Santiago de Compostela. Devo disattivare il telefono. Disponibile fra 50 minuti». Questo è uno dei tanti messaggi che Massimiliano Napolitano - barlettano dal gran cuore - volontario del Nucleo Operativo della Protezione Civile sodalizio che si occupa del trasporto di midollo osseo e cellule staminali ematopoietiche per il trapianto a malati leucemici o con tumori del sangue, mi ha scritto dal suo cellulare per questa intervista.

Del resto questo 60enne giramondo, laurea in Scienze politiche e maestro di fotografia, con un senso civico profumato di solidarietà ha realizzato missioni anche a Washington, San Antonio in Texas, Londra, Tel Aviv, Varsavia, Valencia, Breslavia, Cnosso a Creta. Solo per citare alcuni posti. Insomma dopo la prima missione, realizzata ad agosto 2022, ad oggi le missioni portate a termine sono 35 ed altre due sono previste prima di Natale.

«La nostra "mission" è porsi al fianco di strutture istituzionali al fine di collaborare nella realizzazione di servizi a favore della collettività. Si concretizza nell’organizzazione e gestione a livello mondiale del trasporto di midollo osseo, necessario per i trapianti salvavita degli ammalati di leucemia, dall’ospedale dove un generoso donatore mette a disposizione una parte di se, fino all’ospedale dove qualcuno fiducioso ci aspetta per poter avere la sua opportunità di sopravvivenza. Stante l’alta compatibilità necessaria tra donatore e ricevente questi donatori possono essere trovati in ogni parte del mondo. Oltre a questo vi è la gestione del centro documentazione eventi di Protezione Civile», fa sapere Massimo.

Poi, nel raccontare come come è nata questa passione, precisa: «Per caso, dopo aver visto un servizio giornalistico sulle attività di Nopc. Essendo a agente di commercio ed avendo la possibilità di gestire il mio tempo e i miei appuntamenti di lavoro, circa un anno e mezzo fa, decisi di dedicare parte del mio tempo ad un’azione di volontariato che mi permettesse di contribuire a donare una speranza di vita a dei soggetti bisognosi».

Gli brillano gli occhi quando racconta cosa si prova durante la missione: «Una sensazione molto appagante. Ci si organizza per salvare la vita ad una persona ed è una grossa responsabilità che comporta la massima attenzione in tutte le fasi del viaggio. Bisogna essere in grado di risolvere i problemi che si possono incontrare alle dogane, gli scioperi e i ritardi dei trasporti, le cancellazioni dei voli e la ricerca delle soluzioni alternative di trasporto. Il costante controllo delle condizioni di trasporto del midollo osseo che devono essere mantenuti ad una temperatura costante fra i due e gli otto gradi centigradi. Molto importante poi evitare in modo assoluto che le cellule passino ai raggi x dei controlli aeroportuali o ferroviari e curare la raccolta della documentazione medica di accompagnamento dei prodotti».

Prima di chiudere l’intervista ecco un aneddoto: «Oltre alla missione in Israele proprio all’indomani dello scoppio del conflitto con Hamas, posso ricordare una precedente missione da Washington in cui, dopo aver ritirato il midollo ed essermi imbarcato sul volo per Roma Fiumicino, dopo essere andati in fase di rullaggio per ben tre volte, accumulando un ritardo di oltre tre ore, dopo aver parlato con il comandante, il quale mi confessò che non ci fosse certezza sul decollo di quell’aereo, dovetti farmi sbarcare e riprogrammare un volo su Londra, con coincidenza per Roma Fiumicino e poi transfer per Brindisi, e consegnare in tempo le cellule all’ospedale».

Insomma un globetrotter della solidarietà che concorre a salvare tante vite.

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