BARLETTA - «La disfida di Barletta è un evento bellicoso, storico. La definirei più sanguigna che altro, un confronto tra personalità, tra culture che si è risolto con una vittoria simbolica. Come vorremmo si risolvesse presto un confronto più che bellicoso, profondamente bellico che rischia di cambiare l’orizzonte del nostro Occidente». Lo dichiara Alessandro Piva, direttore artistico della Disfida di Barletta, che da oggi a domenica prossima rivivrà per le strade della città. Il certame, lo scontro tra i cavalieri italiani e francesi sarà messo in scena dopo lo stop dovuto alla pandemia da coronavirus, domenica nel fossato del castello facendo rivivere uno scontro armato in un momento storico in cui le armi stanno devastando l’Ucraina.
«Ci abbiamo pensato a questa cosa, al fatto di rievocare un evento bellicoso adesso - dice - ma ovviamente sono due contesti completamente diversi». «Sicuramente il certame è il momento più emozionante perché è quello più denso di sorprese, più atteso dalla città», aggiunge spiegando di aver scelto Giorgio Pasotti per interpretare Ettore Fieramosca perché «con lui ho lavorato a lungo in una serie Tv tanti anni fa. È un attore fisicamente molto preparato, è sprezzante del pericolo, sanguigno per certi versi. Quindi Giorgio mi è venuto in mente automaticamente e poi è stato protagonista di altri film, ha fatto Garibaldi che tutti noi immaginiamo a cavallo, quindi diciamo un pò l’approccio è stato quello».
«Gli abbiamo messo un antagonista molto forte, un attore molto solido di teatro e di televisione: Giovanni Calcagno che sarà un Guy La Motte che sicuramente lascerà un segno in questa città», prosegue parlando del rivale di Fieramosca. In città i preparativi fervono e le prove si susseguono come i sopralluoghi per rendere memorabile la disfida 2023. «A Barletta auguro di porre le basi a partire da questa edizione, per un rilancio in grande stile della manifestazione stessa che è connaturata alla cultura barlettana e quindi va raccontata ogni anno con passione e impegno che i barlettani si aspettano», conclude auspicando che «sia anche il modo di raccontare questa città a chi non la conosce e far arrivare turisti, persone appassionate di storia, di cultura perché Barletta è un contenitore culturale di storia di straordinario valore».