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Trani, odori molesti nelle ore notturne dalla cava in contrada Monachelle

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

Trani, odori molesti nelle ore notturne dalla cava in contrada Monachelle

Da alcune settimane la città è invasa da fumi che sembra provengano dalla cava. Si torna a respirare l’aria malsana

Venerdì 01 Settembre 2023, 14:21

TRANI - Da alcune settimane Trani sta tornando a respirare odori molesti di notte e, così come era accaduto sei anni fa, la fonte sembra essere la stessa: la cosiddetta «cava fumante» di contrada Monachelle. Proprio lì, nei giorni scorsi, alcuni operatori della zona si sono recati dopo avere avvertito le anomale emissioni odorigene e hanno scorto fumi provenire dal terreno.

L’area che sta bruciando non è esattamente la stessa di quattro anni fa, che fu accuratamente sbancata con escavatori sotto il coordinamento dei vigili del fuoco. La zona interessata dai nuovi roghi sembra essere in adiacenza a quella di settembre 2017 e brucia perché ricoperta di sterpaglie che, con le alte temperature, hanno preso fuoco.

In quella cava dismessa, come fu accertato all’epoca, furono smaltiti plastica e vetro e quindi potrebbe essere stato anche un solo frammento di quest’ultimo materiale, riflesso verso le erbacce, a creare l’effetto fiammifero che avrebbe innescato l’incendio.

L’odore è esattamente lo stesso di quei giorni e adesso bisognerà tornare ad effettuare dei sopralluoghi e valutare se sarà sufficiente spegnere il rogo attraverso una normale azione dei vigili del fuoco, ovvero bisognerà tornare alle pale meccaniche per sbancare pure in questo caso il fronte interessato dai roghi.

Va anche detto che nel 2017 Arpa Puglia accertò che la plastica bruciata in quella cava aveva sprigionato benzene entro i limiti previsti per legge, mentre parallelamente la Procura della Repubblica archiviava il procedimento penale a carico di due indagati per omessa custodia delle aree di accesso a quel terreno.

L’aria fu indicata del volume di circa 2500 metri cubi, di estensione a forma di trapezio, base maggiore di 15 metri, minore di 12 e altezza di 26. La profondità era stata calcolata in circa 7 metri.

In ogni caso la Procura della Repubblica dovrebbe attivarsi anche questa volta: al suo indirizzo, infatti, è giunta una segnalazione dell’associazione di cittadinanza attiva Oikos, nella persona del suo presidente Antonio Carrabba.

L’organismo non ha avanzato alcuna ipotesi in merito alla localizzazione dei fumi, anzi chiede a gran voce che ci si attivi perché la cittadinanza conosca con esattezza la fonte delle emissioni. Quel che afferma con certezza è che «Trani è da tempo interessata da diffusi e frequenti episodi di emissioni odorigene e moleste di varia intensità - sottolinea Carrabba - causati probabilmente da roghi di rifiuti. Questo fenomeno, purtroppo, si ripete periodicamente e con maggiore frequenza nelle ore notturne, investendo diverse aree della nostra città».

L’ultimo particolarmente avvertito, si è verificato lo scorso 29 agosto, con quell’odore acre e irrespirabile che la stessa Oikos sostiene essere «riconducibile a plastica bruciata. La questione è insostenibile e pericolosa per la salute dei cittadini e l’intero territorio - osserva Carrabba -, qualora fosse accertata la nocività dei fumi e residui di combusti».

Oikos fa sapere di non conoscere se vi siano stati interventi da parte delle forze dell’ordine, né se Arpa si sia attivata per verificare la qualità dell’aria, ma nel frattempo denuncia il fatto che Trani sia sprovvista delle centraline per il monitoraggio dell’aria e che persone senza scrupoli continuino indisturbate a perpetrare le proprie condotte delittuose, con nocumento per l’ambiente e la salute dei cittadini, che ne avvertono maggiormente gli effetti durante il periodo estivo».

La richiesta è di una capillare attività di monitoraggio, utilizzando i droni di cui la Polizia locale è fornita e installando le centraline che ancora non ci sono. Inoltre, Oikos chiede «un urgente ed incisivo intervento di prefetto, questore e procuratore della Repubblica, nonché del sindaco, per accertare l’origine dei roghi e i relativi responsabili, anche coinvolgendo l’Arpa e l’Ufficio di igiene pubblica, così da analizzare sostanze bruciate e misurare la qualità dell’aria nella zona circostante i roghi. La salute pubblica - conclude Carrabba - deve essere una priorità».

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