ANDRIA - Avrebbe estorto denaro ad un sacerdote accusato di avergli rivolto delle avances.
Per questo un 22enne di Andria ha rimediato quattro anni e mezzo di carcere con le accuse di estorsione e violazione degli obblighi imposti dall’autorità giudiziaria.
La sentenza è stata emessa nelle scorse ore dal gup del Tribunale di Bari, innanzi al quale si è celebrato il processo con rito abbreviato. Il magistrato ha parzialmente accolto le tesi difensive degli avvocati Raffaele Losappio e Giangregorio De Pascalis, diminuendo la condanna rispetto a quella di sei anni e otto mesi che era stata invocata dal pubblico ministero nel corso della scorsa udienza.
I fatti risalgono al 19 ed al 29 settembre scorsi. C’è da dire che l’imputato era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza, emessa il 27 aprile scorso dal Tribunale di Bari. Nonostante questo, il giovane si sarebbe recato nel capoluogo, in una chiesa della periferia. A suo dire, il prete nel corso della confessione gli avrebbe rivolto delle attenzioni particolari, di certo non consone ad un prelato: si parla, in particolare, di carezze sulla guancia e del tentativo di un bacio.
Secondo il capo di imputazione, il 22enne avrebbe paventato al prete l’esistenza di un video, ripreso con il telefono cellulare: se non gli avesse dato dei soldi, quel filmato sarebbe diventato di dominio pubblico. C’è da dire che il sacerdote ha pagato e non solo in un’occasione: un bonifico do 3000 euro il 19 settembre, uno da 2000 il giorno successivo, 500 euro il 21 tramite vaglia postale e il 23 900 euro tramite ricarica di una carta Postepay.
Ma l’imputato non si sarebbe accontentato: sempre dietro la minaccia che avrebbe divulgato il famigerato video nel corso della messa per farlo vedere ai fedeli, avrebbe chiesto una cifra tra i 4000 e i 3300 euro. Ma stavolta il prete non ha ceduto e ha denunciato. Ne è nata un’inchiesta innanzi alla procura di Bari, sfociata in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del 22enne. Il religioso - che è stato denunciato dal giovane - ha scelto di non costituirsi parte civile.
Il giovane ora si trova agli arresti domiciliari.