ANDRIA - «La ruota panoramica come foglia di fico per distrarre dal grande scempio di ulivi che si starebbe consumando nell’area destinata a mercato ortofrutticolo».
È il grido di protesta del Comitato del quartiere Europa in una nota. Che attacca: «Che fine stanno facendo tutti quegli alberi di ulivo? Nessuna risposta mentre si fa propaganda ad alta quota. Hanno fatto un’intera campagna elettorale ergendosi a difensori degli alberi di ulivo al punto da mettere a rischio la grande opera del completamento della tangenziale di Andria, con tutte le conseguenze che oggi deriverebbero da quella scelta political-propagandistica che mise insieme, amorevolmente, politici di tutti gli schieramenti a difesa dell’ambiente».
«Una difesa - prosegue la nota - che pare non reggere, invece, oggi di fronte all’incertezza del destino degli alberi di ulivo presenti nell’area destinata a mercato generale ortofrutticolo. Da quanto verificato si notano ulivi tranciati, fatti a pezzi pronti per essere arsi in qualche villetta privilegiata, mentre le richieste di chiarimento avanzate dalle associazioni non allineate, ambientaliste non per comodo o per servilismo ma per Impegno Civico, restano senza risposte, quelle radici piangono sangue».
Di qui gli interrogativi di Savino Montaruli a nome del suddetto Comitato: «Quanti ulivi sono già stati mortificati in quell’area? Quanti lo saranno ancora? Che fine hanno fatto o faranno quegli alberi sacri?». Che aggiunge: «Durante la campagna elettorale tutta la politica cittadina si era schierata contro la realizzazione del completamento della tangenziale invocando la difesa ambientale a salvaguardia degli ulivi ed a tutela dell’ambiente. Ulivi che avrebbero dovuto essere espiantati e non tranciati né violentati come parrebbe emergere dalle fotografie divulgate dal Palazzo in relazione all’area del nuovo mercato ortofrutticolo di Andria».
«Eppure - ricorda Montaruli - nonostante quella formula di salvaguardia si andò dritti in una campagna elettorale quasi tutta basata su quella difesa ambientale e degli ulivi, visto che di altri problemi della città neppure se ne sfiorò l’ombra, con le conseguenze che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Perché allora si alzarono tutte quelle barricate ed oggi vige solo silenzio? Chi aspirava al potere ed oggi ne è a capo del consesso ha cambiato idea? Ha cambiato mentalità e modo di essere, di vedere, di esistere? Quale sarebbe la differenza da allora ad oggi? Cosa sarebbe cambiato in questi due anni e mezzo? La ruota panoramica è la perfetta foglia di fico per distrarre una questione di cui potrebbe ben presto finire sui tavoli del Comando di Tutela Forestale e forse anche più su per accertare se siano state rispettate tutte le rigide norme in materia di espianto oppure se la fretta o qualcos’altro, anche questa volta, abbia accecato la schiera di asserviti e di silenti.
«Siamo certi - conclude Montaruli per il Comitato Europa - che anche l’ipocrisia e la capacità di voltafaccia di un certo modo di governare e di essere servili al potere ben presto possa lasciare il posto a valutazioni obiettive ed oggettive che trasformino in realtà quella che sembra diventata una giostra dove, a tempo, sui seggiolini che ruotano dal basso verso l’alto si alternano avventurieri e galoppini sempre pronti a salire sulla ruota della fortuna, a costo di piazzarla nel cuore di un polmone verde molto sofferente, in barba alle norme ed ai regolamenti comunali ripetutamente violati e utilizzati a proprio piacimento, a proprio arbitrio. Le coscienze non si lavano con un giro di ruota né con gesti di beneficenza ben calcolati».