TRANI - Trani presentata come un modello regionale di raccolta differenziata agli Stati regionali dei rifiuti. Ma nel frattempo, sulla scena della Bat irrompe anche una Andria in forte crescita, che raggiunge a sua volta il 75 per cento di raccolta differenziata e adesso rivaleggia con Trani dimostrando che una gestione virtuosa dei rifiuti è possibile laddove ci sia una adeguata capacità organizzativa. E ad un passo da loro c’è anche Canosa di Puglia con il 73 per cento, innescando così una sana e positiva competizione fra comuni che certamente studieranno gli strumenti utili a migliorare ancora le proprie performance, inducendo anche gli altri a fare sempre meglio con il risultato di rispondere in maniera sempre più convincente alle necessità ambientali del territorio e - si spera - anche alle richieste dei cittadini che non vogliono solo città più pulite, ma anche pagare una Tari più bassa.
Cominciamo dalla piacevole finestra dedicata a Trani nell’ambito della manifestazione regionale tenutasi l’altra mattina al Teatro Petruzzelli, «evento di gran rilievo per conoscere lo stato di attuazione del Piano regionale dei rifiuti - conferma il sindaco, Amedeo Bottaro -, delle sue eccellenze e criticità. Avere dedicato un video alla nostra città mi ha fatto sentire ancora più orgoglioso di rappresentare tutti i tranesi, artefici di un risultato straordinario raggiunto con sacrifici, tanta buona volontà ed in pochissimo tempo». Come è noto, Trani ha iniziato la raccolta porta a porta ad ottobre 2020, raggiungendo subito vette altissime e chiudendo sia il 2021, sia il 2022 con una percentuale media di raccolta differenziata superiore al 75% che le è valso il titolo di «comune riciclone» da parte di Legambiente.
Il miglior risultato è arrivato a dicembre 2022, sfondando la soglia psicologica dell’80% di rifiuti separati e precisamente con l’81,04%, che non trova precedenti negli ultimi due anni di gestione dei rifiuti fra tutti i comuni capoluogo di provincia. In ogni caso, nel 2023 è iniziata la nuova corsa ed il Portale regionale ambientale ci dice che Trani ha una media del 74,98%. Qui, come è noto, la gestione è in capo ad Amiu Spa, società completamente pubblica ed altrettanto interamente posseduta e partecipata dal Comune di Trani.
Ad Andria, invece, da alcuni mesi il servizio è a cura dell’Associazione temporanea di imprese formata da Gialplast, Sieco e Impregico, che al momento hanno rilasciato il solo dato di gennaio del 75%, preceduto dal 76% di dicembre 2022. Da fonti aziendali si apprende che il risultato di febbraio sarebbe in linea con quello di gennaio. Ovviamente va verificata la tenuta sul lungo periodo, ma l’inizio appare davvero confortante.
A Barletta, comune riciclone del 2020 prima della doppietta di Trani, l’attuale dato è 68,3%, con una produzione pro capite comunque più bassa rispetto a Trani ed Andria pari a 34 chilogrammi per cittadino. Vi è poi la già accennata ascesa inarrestabile di Canosa di Puglia, che ha raggiunto nel 2023 una media del 73,02% ed appena 28 chili e mezzo di rifiuti pro capite. Tali performance elevate finiscono quasi per sminuire i risultati, pur sempre di gran rilievo, di altri centri come per esempio Bisceglie, che al momento vanta una percentuale di raccolta differenziata del 64%, e Spinazzola, che a gennaio 2023 ha chiuso con il 62%.
Note meno liete arrivano dai restanti quattro comuni della Bat. A cominciare da Minervino Murge, che pure fino a giugno 2022 stava viaggiando con percentuali molto alte e, proprio in quella occasione, aveva chiuso addirittura al 77%: da allora la città è uscita dai radar e non ha più comunicato i suoi dati. Ancora più imbarazzante il quadro di Margherita di Savoia, che ha smesso di rilasciare i suoi numeri ad ottobre 2021, quando fece registrare il 35,8%. L’incomprensibilità di tale scenario si lega al fatto che la città è stata persino beneficiata di una «bandiera blu» in quanto centro di eccellenza del turismo, ma presenta questo neo di anno in anno sempre più largo.
Da un anno non batte più un colpo San Ferdinando di Puglia, che a marzo 2022 aveva pur sempre fatto registrare un egregio 63%. Trinitapoli ha smesso di aggiornare i suoi dati alla fine del 2022, che ha chiuso con una percentuale del 46,5%. Quanto agli altri capoluoghi di provincia, in quella Bari che non è riuscita neanche a liberare dai rifiuti le strade prossime al Petruzzelli nella mattinata stessa della manifestazione ad essi dedicata, i dati sono fermi a novembre 2022, con un modesto 41,8%. Non se la passa meglio Brindisi, che a gennaio 2023 ha fatto registrare 47,3%.
Il migliore risultato resta sempre il 67,5% di Lecce nel 2022, ancora senza dati nel 2023. Lo stesso dicasi per la maglia nera Foggia, che nel 2022 aveva chiuso con appena il 17,3%. Infine Taranto vive lo strano caso di un dato della città molto basso con (27,4% di fine 2022), contrapposto a quelli molto alti degli ambiti dei comuni viciniori.