CANOSA - Le foto raccontano più delle parole. Ma anche queste sono necessarie per spiegare quello che accade e si può vedere entrando negli appartamenti via Aristotele al civico 7, case di edilizia popolare di proprietà comunale.
A denunciare per primo a «Dillo alla Gazzetta» è Mimmo, uno dei residenti, ma a lui, alla vista del giornalista, si aggiungono via via tutti i residenti della palazzina. Partiamo dal terzo piano dove Mimmo mostra le volte gocciolanti e i secchi posti sul pavimento per non allagarlo.
Sono state infatti sufficienti le prime piogge autunnali per riproporre con potenza il disagio che vivono un po’ tutti i residenti della palazzina. Già perchè Mimmo ci mostra il suo soffitto, umidissimo e con angoli in cui l’intonaco viene giù con la pioggia, ma la situazione è simile anche ai piano inferiori, per infiltrazioni evidentemente che arrivano dal muro esterno, quello perimetrale soggetto alla intemperie ma per nulla impermeabile. O almeno, non più.
«La segnalazione al Comune noi l’abbiamo fatta da tempo - racconta Mimmo, confortato anche dagli altri inquilini - ma dopo un sopralluogo dei tecnici comunali, un paio di mesi fa, poi non si è visto più nessuno». Storie purtroppo note e spesso ripetute.
Ma tutta quell’acqua da dove penetra e perchè?
Basta raggiungere il terrazzo e la situazione diventa lampante: la guaina che dovrebbe proteggere il lastrico è saltata in molti punti. Tanti pezzi sono volati via. In alcuni angoli, soprattutto vicino ai parapetti, si è staccata e consente così all’acqua piovana di penetrare all’interno del abitazioni.
Come detto, l’abitazione quella che maggiormente risente della infiltrazioni è quella all’ultimo piano, ma a scalare, anche quelle sottostanti presentano situazioni di degrado dell’intonaco soprattutto dei soffitti. Una situazione che in via Aristotele coinvolge oltre una decina di famiglie (dodici per l’esattezza) e che, con l’inverno in arrivo chiedono interventi urgenti e opportuni.
Una donna prima di andar via ci mostra il suo secchio con l’acqua piovana: «Meno male che d’estate non ha piovuto tanto - ci dice - ma così non possiamo più vivere, tra umidità e pioggia in casa. Noi ci ricordiamo ogni mese di pagare l’affitto al Comune ma il Comune si dimentica di noi. Da molti molti mesi».