Rischia di tornare a essere commissariata l’Asp Regina Margherita, l’ex casa di riposo di via Enrico Fermi di Barletta chiusa dal 2015, nonostante un intervento di ristrutturazione e ampliamento concluso a luglio del 2018, per un costo di circa 2.600.000 euro, da fondi europei di sviluppo regionale. Fra una settimana circa, infatti, scadrà il termine entro il quale il Consiglio comunale di Barletta dovrebbe nominare i quattro componenti del Consiglio di amministrazione. La nomina del presidente del Cda, invece, spetta alla giunta regionale. Ma dall’ultima riunione dei capigruppo consiliari, a Palazzo di città, non è venuta fuori alcuna convocazione ufficiale per l’assise cittadina, che tornerà a riunirsi a ottobre prossimo.
La nota della regione Puglia al sindaco di Barletta, Cosimo Cannito, è del 4 agosto scorso, a firma della dirigente della Sezione Inclusione sociale attiva, Laura Liddo, del Dipartimento regionale Welfare, la quale scrive che “si invita a far pervenire entro e non oltre 45 giorni dalla ricezione della presente, copia autentica della deliberazione di consiglio comunale e/o di altro atto di nomina”. E ancora, “in caso di infruttuosa scadenza del termine, le designazioni e la contestuale costituzione dell’organo ordinario di amministrazione saranno effettuate dal Presidente della giunta regionale con proprio decreto”.
Nei giorni scorsi, onde evitare che ciò accada, pare che da palazzo di città sia stata chiesta una proroga, ma non è noto se tale richiesta sia stata o meno accordata all’ente.
Intanto, quella struttura, resta come un’auto nuova, almeno così appariva nell’estate 2018, appena gli interventi di rifunzionalizzazione e ampliamento erano stati completati: mai usata perché affossata da una situazione debitoria di centinaia di migliaia di euro, oltre mezzo milione, da cui né la regione né il comune sanno come venire fuori. Non ne è stato capace neanche il primo consiglio di amministrazione, le cui sorti non sono state delle migliori, visto che il presidente, Ruggiero Balzano, a ottobre 2020, lo sfiduciava dimettendosi dalla sua carica. Dieci mesi dopo, il presidente della regione Emiliano nominava un commissario, Giuseppe Lionetti: era l’inizio di agosto del 2021, perché restasse in carica sei mesi. Trascorsi quelli, ne sono passati altrettanti e ora il tempo sta per scadere.
A fronte di tutto ciò, in città c’è un gran bisogno di quella struttura pubblica, mentre il business del momento è proprio legato a questo tipo di investimenti e attività, a Barletta come altrove. L’Asp Regina Margherita, oltre agli originari 27 posti della casa di riposo dei Cappuccini, come si usava chiamarla in città, grazie ai lavori eseguiti con il finanziamento erogato dalla regione Puglia su un terreno donato dal comune di Barletta, conta altri 30 posti di Residenza sociosanitaria assistita, 30 per un centro diurno e 50 per il centro polivalente, un circolo ricreativo aperto agli anziani della città. Dispone di camere nuove e arredate, una cucina ampia e attrezzata, il salone per ricevere le visite, ricavato nella vecchia ala, adiacente alla chiesa di Santa Maria degli Angeli, detta dei Cappuccini (denominazione consuetudinaria per la vecchia casa di riposo), è addirittura affrescato e fuori c’è un ampio giardino. Ma è una struttura fantasma destinata al degrado.