In Puglia e Basilicata
La sentenza
04 Maggio 2022
Maria Pia Garrinella
MARGHERITA DI SAVOIA - È stato condannato a 20 anni di reclusione il 52enne Francesco Valentino, di Margherita di Savoia, arrestato poco meno di un anno fa per l’omicidio del 26enne Antonio Palmitessa, originario di Trinitapoli.
Valentino, detto “Franco Salatidd”, difeso dagli avvocati Vincenzo Desiderio e Stefano Di Feo, aveva chiesto ed è stato giudicato con il rito abbreviato. Per lui la procura aveva invece chiesto 30 anni di reclusione, con l’aggravante del metodo mafioso, ma il giudice non l’ha riconosciuta.
La Direzione distrettuale antimafia presso il tribunale di Bari, che aveva coordinato le indagini, aveva contestato l’aggravante del metodo mafioso sia per le modalità del delitto sia per la presunzione che quell’omicidio fosse funzionale alla guerra di mala fra i gruppi criminali del territorio Ofantino. Tutti elementi che in giudizio sono stati esclusi.
I fatti risalgono a circa un anno fa, la sera del 20 aprile 2021, quando Palmitessa fu colpito da colpi di pistola in pieno centro a Margherita di Savoia, in piazza Libertà, la piazza delle Terme del comune ofantino. Soccorso e trasportato in ospedale, al “Bonomo” di Andria, il 26enne morì poco dopo.
Per quell’omicidio Valentino fu arrestato l’11 maggio 2021, tre settimane più tardi, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Bari, su richiesta della Dda di Bari. I carabinieri lo rintracciarono a Barletta, in un appartamento alla periferia della città, nel quartiere Barberini. L’uomo che gli ha dato ospitalità, Raffaele Corcella, è stato condannato, sempre con rito abbreviato, a un anno e quattro mesi di reclusione.
L’arma utilizzata da Valentino, una pistola Beretta calibro 6.35, fu ritrovata dai carabinieri due mesi dopo l’omicidio, a Margherita di Savoia, in contrada Torretta, in un edificio abbandonato nel complesso delle saline, vicino a un campo da calcio dismesso dove, comunque, i ragazzi si ritrovavano per giocare a pallone. Circostanza, quella del ritrovamento dell’arma, per la quale nella vicenda era stato coinvolto anche un nipote di Valentino, la cui posizione non verrà presa in considerazione proprio in virtù del legame di parentela fra i due.
Antonio Palmitessa, la vittima, aveva diversi precedenti penali ed era ritenuto vicino al clan trinitapolese Carbone – Gallone. Un paio di mesi prima di essere ucciso era stato arrestato con l’accusa di avere ferito un 21enne a Barletta, una vendetta, visto che quell’altro lo aveva, a sua volta, aggredito tempo prima, dopo che i due avevano litigato.
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