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Trani, Palazzo Carcano, via alla petizione

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

Trani, Palazzo Carcano, via alla petizione

Al vaglio la proposta dello studio di fattibilità approvata dal consiglio comunale

Martedì 25 Maggio 2021, 12:48

Trani - La petizione online è stata lanciata ed intanto girano in rete immagini che rappresentano l’impatto che ciascuno ha rispetto ad un problema che andrebbe invece affrontato a 360 gradi.
Il riferimento è a Palazzo Carcano ed al suo ampliamento. La forma ardita del prospetto proposto nello studio di fattibilità approvato dal consiglio comunale, con ubicazione di fronte al castello, fa discutere forse dimenticando che il tutto sorgerà su una serie di resti archeologici che dovranno essere a vista e valorizzati dall’interno del palazzo stesso.

In tutti i casi, dunque, al centro di ogni soluzione progettuale dovrà esserci la Soprintendenza e quella che alla fine si adotterà dovrà tenere conto di tutte le esigenze in campo, non da ultime quelle di una città che quel palazzo, sebbene non più di sua proprietà, ospita sul suo suolo ed in pieno centro storico.

Ed il sindaco, Amedeo Bottaro, più volte tirato per la giacca sul punto, chiarisce la sua posizione citando Shakespeare: «Direi “molto rumore per nulla” - esordisce il primo cittadino -, nel senso che si è sollevato un polverone per qualcosa che in questo momento non esiste. Infatti, l’ampliamento di Palazzo Carcano verrà fuori da un concorso di progettazione internazionale, ed il progetto che se lo aggiudicherà non potrà essere certamente quello che gira oggi, che al contrario è un mero studio di fattibilità».

E con il futuro scenario Bottaro chiarisce anche i soggetti che ne faranno parte: «Il concorso di progettazione vedrà coinvolti l’Agenzia del demanio dello Stato, il Tribunale di Trani e gli Ordini degli avvocati, architetti ed ingegneri, oltre che la Soprintendenza. Lo studio di fattibilità ha già acquisito un parere della stessa Soprintendenza, che chiaramente pone una serie di prescrizioni.

È indubbio che l’iter dovrà coniugare due aspetti importanti, che sono da una parte la riqualificazione di un’area al momnto degradata, e sulla quale insiste lo scavo archeologico, dall’altra invece il recupero di quello scavo e la sua musealizzazione. Rispetto a questo quadro c’è già la consapevolezza da parte dello Stato di muoversi assolutamente in quella direzione, che sarà la stessa del progetto definitivo che verrà fuori dal concorso di progettazione».

L’obiettivo da raggiungere, a detta del primo cittadino, è «un compromesso, vale a dire rigenerare e riqualificare attraverso il rispetto e la tutela dei luoghi che sono sottoposti al vincolo diretto o indiretto. Certo, il fatto di essere vicini al castello e alla cattedrale non è che poi deve obbligarci a lasciare quell’area nello stato di assoluto abbandono e degrado in cui si trova. Quello che deve orientarci è l’interesse pubblico a riqualificare un’area, soppesando adeguatamente anche gli altri interessi in gioco. Il concorso di progettazione vedrà probabilmente sul campo i migliori architetti italiani e forse anche internazionali, la commissione sarà formata da esponenti dei vari ordini professionali e questo mi fa stare assolutamente tranquillo».

Non da ultimo, Bottaro considera anche «la necessità di lasciare anche noi una traccia dei nostri tempi. Per esempio, quando fu pensata e realizzata la Torre Eiffel a Parigi, credete che non ci fosse il partito di coloro che la ritenevano una bruttura fuori da ogni logica? La storia, invece, ci ha detto altro ed allora anche noi dovremmo, forse, uscire da logiche eccessivamente conservatrici e aprirci a nuove idee, in ogni caso rispettose di regole e storia».

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