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Nella Bat arrivano i droni per sorvegliare il mare e le tartarughe

 
Gianpaolo Balsamo

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Gianpaolo Balsamo

Nella Bat droni per sorvegliare il mare e le tartarughe

La ricerca coinvolge il Wwf e le università di Roma e Pisa

Domenica 05 Maggio 2019, 19:12

19:13

Droni e videocamere per monitorare le coste del Nord Barese ma, soprattutto, per studiare le tartarughe marine.
La novità arriva dal Centro recupero tartarughe marine Wwf di Molfetta che, nell’ambito del programma del «Life Euro turtles», parteciperà ad un progetto di ricerca scientifica coordinato da ricercatori delle università «La Sapienza» di Roma e di Pisa. Lo studio che si avvarrà dell’utilizzo di due grossi droni si concentrerà in tutta l'area marina che va da Molfetta a Zapponeta, comprese le coste di Trani, Bisceglie e Margherita. Si punterà a monitorare la condizione, lo stato di salute, l’interazione con le attività antropiche ed il numero di tartarughe stanziali o di passaggio in questa area. Non solo. Sarà anche l’occasione per conoscere lo stato di salute, le dinamiche e la genetica di popolazione delle Caretta caretta. «L'intervento - spiega meglio Pasquale Salvemini, responsabile del Centro recupero tartarughe marine Wwf di Molfetta - prevede una serie di transetti a distanza variabile dalla costa. Si comincia dalle 2,5 miglia alle 5 miglia con i droni che sorvoleranno a 70 metri di altezza percorrendo transetti regolari. Il tutto ci darà la possibilità di monitorare la presenza di tartarughe sia vive che morte presenti sulla superficie marina. Non solo. Avremo anche la possibilità di monitorare la quantità di macro plastiche presenti in questa porzione di mare».

L'attività di ricerca prevede anche la possibilità di individuare e censire le specie di tartarughe presenti. «È importante - continua Salvemnini del Wwf - fornire conoscenze di base sulla biologia e l’ecologia delle tartarughe marine, sul riconoscimento delle specie, le basi fondamentali sulla loro salvaguardia e conservazione, comprendere in che modo interagiscono con le attività antropiche e quali siano le conseguenze di queste interazioni,conoscere le attività umane che maggiormente minacciano i mammiferi marini,quali sono le specie più minacciate nei nostri mari ma anche in che misura questi animali possono creare problemi alle attività di pesca».

D'altra parte i droni potranno confermare la presenza proprio nelle acque del Nord Barese di «Liuto», la tartaruga più grande al mondo, nonché più rara e più minacciata di estinzione. «Infatti - evidenzia Pasquale Salvemini - è di qualche settimana fa la segnalazione di alcuni pescatori di aver visto sulla superficie marina una enorme tartaruga molto scura e dalla sagoma diversa da quella della Caretta. Tutte le informazioni raccolte ci portano a pensare che si sia trattato di una tartaruga Liuto. L'ultimo avvistamento risale a circa 30 anni fa quando una liuto di circa 300 chilogrammi fu recuperata morta sulla costa a sud di Bari. In questo caso la tartaruga è stata avvistata a largo di Trani a circa tre miglia di distanza dalla costa. E, secondo i pescatori che l’avrebbero avvistata, l'esemplare dovrebbe pesare oltre 200 kg». «Sarebbe alquanto interessante - continua l’esperto del Wwf - se si riuscisse ad ottenere conferma di quanto detto. Non si tratta del mostro di Loch Ness ma di una tartaruga molto rara presente nel bacino del mediterraneo».
Tutta l'attività di ricerca scientifica che sarà svolta nel mare del Nord Barese sarà oggetto di una pubblicazione scientifica.

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