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Far rivivere la gravina  di Matera con «Arupa»

Far rivivere la gravina  di Matera con «Arupa»

 
Far rivivere la gravina  di Matera con «Arupa»

Venerdì 08 Gennaio 2010, 19:59

02 Febbraio 2016, 21:14

MATERA - Ha preso il via un nuovo progetto a sostegno della biodiversità gestito dalla Provincia di Matera in collaborazione con l’Ente Parco della Murgia Materana, l’Università della Basilicata e l’associazione Tecla. Si chiama 'Arupa' ed ha una dotazione finanziaria di 1,6 milioni di euro fino al 2014 con fondi europei e cofinanziamenti di tutti i partner (tra cui la Regione Basilicata con un contributo di 400mila euro da parte del Dipartimento Ambiente. 

“Si propone - ha dichiarato il vice presidente e assessore all’ambiente, Giovanni Bonelli - di garantire la sopravvivenza e l’incremento di alcune specie di rettili e anfibi (Zamenis situla, Triturus carnifex, Triturus vulgaris, Bombina pachypus) del Sic (Sito di Importanza Comunitaria) Gravine di Matera, ricompreso nel Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano”. 

“La gravina di Matera costituisce uno dei più spettacolari paesaggi rupestri d’Italia - ha sottolineato Bonelli - eccellenza riconosciuta nel patrimonio ambientale europeo dal 1995 quando è stata inclusa nel sito Sic (Sito di interesse comunitario) e nel Zps (Zona di protezione speciale). Successivamente le 'gravine di Materà sono entrate a far parte nella Rete Natura 2000, ossia la rete delle aree naturali d’Europa da proteggere e salvaguardare”. 

Il progetto, attraverso la rinaturalizzazione dell’alveo del torrente Gravina, il ripristino di muretti a secco, i rimboschimenti e la realizzazione di vivai forestali, si prefigge di evitare la scomparsa della fauna anfibia e dei rettili e di mitigare i fattori di minaccia. “La flora e la fauna selvatiche - ha concluso il presidente dell’Ente Franco Stella - costituiscono un patrimonio non solo naturale ma anche di valore estetico, scientifico ed economico che la Provincia, attraverso progetti come questi, intende preservare e trasmettere alle generazioni future”.
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