È potabile l’acqua del fiume Basento che, da oggi, scorrerà nei rubinetti delle case dei lucani che vivono nei 29 comuni serviti dallo schema idrico della Camastra, da settimane alle prese con una crisi idrica senza precedenti. La conferma è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri quando è stato ufficializzato il risultato delle analisi eseguite dopo la potabilizzazione dall’Asp, che ha emesso un giudizio di idoneità dopo aver preso visione delle analisi effettuate dall’Arpab (con un risultato in linea con quanto già riportato dall’ultimo campionamento di Acquedotto lucano). Da ieri, dunque, l’acqua del Basento è stata immessa nella rete idrica e ci sono volute tra le sei e le sette ore per arrivare ai serbatoi e poi ai rubinetti delle case. Le restrizioni, però, per il momento continueranno anche a causa dell’assenza di piogge.
“Secondo i risultati delle analisi, l’acqua che arriverà nelle nostre case, sarà assolutamente potabile e sicura per il consumo umano. Possiamo utilizzarla con la massima tranquillità per bere, cucinare e per tutte le necessità quotidiane. Rassicuro i cittadini che i controlli saranno sempre rigorosi per garantire salute, benessere e sicurezza” conferma il commissario regionale per l’emergenza idrica, Vito Bardi. Ma se le analisi rassicurano sulla potabilità dell’acqua a restare sono i pesanti disagi vissuti dai cittadini in questo fine settimana (con contrade di Potenza rimaste senza acqua da venerdì e lunghe file per gli approviggionamenti) e gli interrogativi.
Come nel caso di quelli sollevati dal Comitato acqua pubblica che sarà in presidio oggi davanti alla Regione in occasione del Consiglio regionale straordinario sulla crisi idrica. “Vogliamo tenere alta l’attenzione perché il monitoraggio continui e venga fatto con trasparenza e con una modalità chiara. Vogliamo sapere quali sono i ruoli e quali sono le responsabilità di Iss e Ispra. Noi chiediamo la massima chiarezza e trasparenza ed una chiara assunzione di responsabilità” commenta Rosario Gigliotti, portavoce del Comitato, mentre ad evidenziare la gravità della situazione è anche la Cgil. “Quanto sta accadendo in Basilicata con la crisi idrica è lo specchio di una regione allo sbando, senza visione, e di una classe dirigente incapace non solo di affrontare i cambiamenti ma di prevederli e agire di conseguenza, nonostante gli allarmi e le sollecitazioni dei sindacati e della società civile” sottolinea il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega. Parole le sua a cui si sommano quelle del segretario regionale del Pd, Giovanni Lettieri, secondo cui “i 140 mila cittadini lucani serviti dalla Camastra hanno il diritto di conoscere la reale situazione”. “Bisogna, nell’emergenza, garantire innanzi tutto la salute dei cittadini comunicando con trasparenza. Poi verrà il tempo della discussione sulle responsabilità posto che non è possibile che nessuno paghi per questo disastro” conclude Lettieri. Ed a chiedere che l’attuale situazione possa essere uno stimolo per il futuro è anche il capogruppo di Bcc al Comune di Potenza, Giampiero Iudicello. “I disagi, troppi, che i lucani stanno vivendo devono essere di stimolo alle Istituzioni per trarre insegnamenti fare le cose che vanno fatte – commenta Iudicello – tra cui prevedere sistemi di collegamento e interconnessione tra i vari bacini idrici, prevedere sistemi di raccolta e accumulo in caso di necessarie e impreviste azioni di svuotamento delle dighe e riammodernare la rete”.