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Nella diga di Camastra sono rimasti 420 mila metri cubi di acqua, Bardi: «Emergenza idrica senza precedenti»

 
Redazione online

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E' uno dei dati emersi nel pomeriggio, a Potenza, durante la riunione dell’unità di crisi che ha varato l’uso dell’acqua del fiume Basento per sostenere le condotte al servizio dei 29 comuni dello schema idrico

Martedì 12 Novembre 2024, 19:23

20:19

BASILICATA - Nella diga della Camastra - che serve 29 comuni, compreso il capoluogo di regione, cioè circa 140 mila persone - sono rimasti 420 mila metri cubi di acqua. E' uno dei dati emersi nel pomeriggio, a Potenza, durante la riunione dell’unità di crisi che ha varato l’uso dell’acqua del fiume Basento per sostenere le condotte al servizio dei 29 comuni dello schema idrico.
Bardi, in una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale, ha spiegato che si sta facendo «il possibile per fronteggiare un’emergenza che non ha precedenti nella storia della Basilicata, mettendo in campo soluzioni tecniche frutto di studi e valutazioni di professionisti del settore».

Il presidente della Regione e commissario all’emergenza, ha sottolineato che «nessuna istituzione espone a rischi la salute dei cittadini. È suo compito proteggere la popolazione attraverso una serie di politiche mirate. Premessa - ha aggiunto - che va ricordata a chi in questi giorni, in una caccia all’untore, parla di allarme sociale in relazione ai lavori che porteranno acqua dal fiume Basento». Bardi ha detto che l’unità di crisi «comprende le preoccupazioni dei cittadini ma respinge le accuse di sciatteria, negligenza o pressapochismo, addirittura esponendo la comunità a condizioni che minerebbero la salute pubblica. Saremmo i primi a evidenziare un rischio, un benché minimo fattore negativo».

Durante la riunione è stato deciso che l’acqua del Basento sarà controllata più volte e che le verifiche avverranno anche all’arrivo e all’uscita dal potabilizzatore di Masseria Romaniello. Venerdì, a Potenza, durante una riunione in programma in prefettura, sarà varato «un sistema di vigilanza costante» lungo tutto il Basento «per evitare e sanzionare scarichi abusivi».

IL SOCCORSO ARRIVA DAL BASENTO

«Le acque del Basento possono essere utilizzate, previo un processo di potabilizzazione, e sono delle acque le cui analisi hanno dato dei riscontri che sono moderatamente positivi»: lo ha detto il direttore generale di Arpab, Donato Ramunno, all’uscita dal tavolo tecnico che si è riunito nel pomeriggio nella sede della Regione Basilicata.
Ramunno - pesantemente contestato dalle diverse centinaia di manifestanti del «Comitato Acqua Pubblica» che all’esterno della sede della Regione hanno protestato contro le istituzioni - ha specificato che «dopo la potabilizzazione sono usabili per scopi umani. Succede per le acque della Camastra, succederà per quelle del Basento, dopo le analisi che abbiamo condotto sia dal punto di vista microbiologico sia chimico».
«Le nostre analisi - ha garantito - saranno effettuate in maniera costante e sistematica con più prelievi settimanali. In più Acquedotto Lucano farà un prelievo dal potabilizzatore sia in entrata sia in uscita. I cittadini dei 29 Comuni riceveranno tutte le rassicurazioni sull'acqua da utilizzare - ha concluso - rispetto alle analisi disponibili e rispetto ai due campionamenti fatti la scorsa settimana».
Al termine del tavolo tecnico, sei delegati del comitato sono stati ricevuti dal commissario alla crisi idrica, Vito Bardi, al quale sono state poste una serie di questioni riguardanti «i motivi che hanno portato alla decisione di utilizzare l’acqua del Basento», le ragioni che non hanno portato a «considerare soluzioni alternative a quelle di prelevare acque a valle di un depuratore di reflui civili e industriali», le questioni sulla efficienza del potabilizzatore di «Masseria Romaniello». Una serie di quesiti che hanno spinto il comitato ad organizzare per sabato 16 novembre un corteo per le vie del centro di Potenza, che porterà i manifestanti dalla piazza Mario Pagano, sede della prefettura, a piazza Matteotti, sede del municipio.

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