POTENZA - «Continuano incessanti le minacce di morte e gli insulti quotidiani da schegge della galassia no vax». Roberto Speranza, leader Pd ed ex ministro della Salute, si affida a un post su Fb per spiegare i motivi per cui ha scelto di non candidarsi alla guida della Regione Basilicata. «Ho letto alcune ricostruzioni, a mio giudizio insensate, che partono però sempre da una rimozione di fondo che per me è inaccettabile: cosa ha significato e quali siano le conseguenze dell’essere stato ministro della salute durante la pandemia da Covid 19», sottolinea l’ex ministro.
«Sono - aggiunge - continue le istigazioni all’odio personale sui social e anche da parte di un pezzo limitato ma molto rumoroso del mondo editoriale. Questo clima, ulteriormente peggiorato da quando è stata annunciata la commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid, mi costringe ancora a vivere sotto scorta con tutto ciò che questo comporta per me e per i miei cari. Con queste argomentazioni – continua il deputato - ho chiesto ai due leader di Pd e 5 stelle di non considerare la mia disponibilità a candidarmi alla guida della Regione. L’ho fatto anche per rispetto alla terra che amo, la mia Basilicata. Chi si candida a guidarla deve essere pronto a dare tutto se stesso, 24 ore al giorno, anteponendo questa funzione ad ogni altro pensiero o preoccupazione».
L’ex ministro chiarisce, quindi. Nel frattempo, il centrodestra lucano lavora tranquillo sulla definizione delle liste. Con l’ingresso di Azione ha allargato il perimetro della coalizione ma la scelta non è senza conseguenze. In particolare per il partito di Calenda che deve fare i conti con la frattura nella famiglia Pittella (con Marcello a destra ed il fratello Gianni, ex eurodeputato dem e ora sindaco di Lauria, che dice «di non riconoscersi nella scelta») e con le dimissioni respinte del vice segretario regionale Franco Mollica («non mi fido delle promesse di Bardi anche se inserite in accordi programmatici»). A precisare i termini e le prospettive dell’intesa è anche il vicepresidente vicario di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Manlio Messina: «Azione ha fatto la scelta di sostenere Vito Bardi in Basilicata perché ha dimostrato di saperla governare. Non stiamo parliamo di un accordo nazionale con Carlo Calenda, noi non abbiamo bisogno di stampelle - nemmeno in Basilicata - perché possiamo vincere e vinceremo per il buon lavoro di Bardi. Poi possiamo fare fantapolitica, ma è prematuro parlare di cose che non stanno né in cielo né in terra». Precisazioni, dunque, che arrivano nei giorni in cui il centrosinistra ed il candidato presidente Piero Marrese lavorano ancora alla definizione del perimetro della coalizione.
Incassato il sostegno di Centro Democratico (con la segretaria nazionale Margherita Rebuffoni e il commissario regionale Nicola Grimaldi che parlano di «coerente collocazione nel perimetro del centrosinistra») si punta all’apparentamento con Angelo Chiorazzo e la lista «Basilicata casa comune». Tanto che un appello in questo senso è stato lanciato dal segretario regionale del Pd, Giovanni Lettieri: «Chiediamo che continuino a lavorare con noi nel percorso di costruzione di una alternativa credibile al pessimo governo della destra lucana. Dividersi sarebbe un regalo agli avversari che non meritano visto come hanno governato». Rinuncerà Chiorazzo alla candidatura a presidente? Al momento (e sino a quando andiamo in stampa) non c’è stata alcuna indicazione. Ad annunciare la corsa da solo è, invece, il movimento Volt che presenterà Eustacchio Follia candidato presidente.