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Depuratori non a norma in Basilicata, spettro «messa in mora»

 
Antonio Corrado

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Antonio Corrado

Depuratori non a norma in Basilicata, spettro «messa in mora»

Sono ancora tanti gli impianti in infrazione comunitaria. Tutta l’operazione di recupero e riqualificazione da 105 milioni è gestita da Acquedotto lucano

Martedì 13 Febbraio 2024, 12:21

MATERA - Nel 2014 l’infrazione comunitaria, poi nel 2021 la condanna della Corte di giustizia europea, entro la fine del 2024 il rischio concreto di una messa in mora. Dieci anni fa erano ben 40 gli “agglomerati urbani” (98 impianti) per la depurazione delle acque reflue in Basilicata, volgarmente detti depuratori, che risultavano irregolari e non conformi tanto da indurre l’Unione europea ad aprire una procedura di infrazione per la regione del Sud, in buona compagnia con altre di tutto il Belpaese (in tutto 817 agglomerati), dove il quadro generale non era migliore.

Oggi in Basilicata la situazione è decisamente migliorata, con il recupero e la messa a norma di 22 impianti tra cui anche quelli di una certa portata come in contrada Pantano a Matera. Ma tante criticità restano. Tutta l’operazione di recupero e riqualificazione da 105 milioni è gestita da Acquedotto lucano, a cui 21 anni fa la Regione Basilicata ha affidato il servizio idrico integrato. L’infrazione è la 2014-2059, determinata da una difformità alla Direttiva europea 91-271 Cee, sia degli impianti che nel collegamento alla rete. A oggi gli agglomerati lucani ancora in infrazione sono quelli di: Acerenza, Atella, Barile, Bella, Chiaromonte, Genzano di Lucania, Grassano, Irsina, Matera (dove sono presenti 5 impianti non tutti a norma), Oppido Lucano, Pescopagano, Pietragalla, Pisticci, Pomarico, Rionero in Vulture, Salandra, Stigliano, Tricarico. Per altri 22 si è raggiunta la conformità, ovvero quelli di: Baragiano, Bernalda, Ferrandina, Francavilla sul Sinni, Latronico, Lauria, Moliterno, Policoro, Rivello, Ruoti, Sant’Arcangelo, Forenza, Maratea, Marsicovetere, Miglionico, Montescaglioso, Muro Lucano, Potenza, San Fele, Tursi, Vaglio di Basilicata e Vietri di Potenza.

Tra gli agglomerati non conformi si prevedeva di recuperare Pescopagano entro il 2021, altri sei entro il 2022 (Acerenza, Genzano di Lucania, Irsina, Matera, Pietragalla e Tricarico) e otto entro il 2023 (Atella, Barile, Bella, Chiaromonte, Pisticci, Pomarico, Rionero in Vulture, Salandra), ma allo stato attuale le procedure in molti casi segnano il passo. Questo potrebbe determinare a breve la cosiddetta messa in mora, con ulteriori grane per la Basilicata e l’Italia. Un caso emblematico è quello della città dei Sassi, dove l’agglomerato è non conforme all’articolo 4 della direttiva 91/271 Cee risalente al 1991. Il 93 per cento del carico collettato confluisce agli impianti di trattamento e il 7% è raccolto e trattato con trattamento primario. Per questo agglomerato sono stati proposti interventi risolutivi della procedura: per l’adeguamento degli impianti di Borgo Venusio e La Martella, con un costo di investimento di 1 milione di euro, finanziato a valere sul Po-Fesr Basilicata 2014-20; il potenziamento dei depuratori a servizio dell’abitato di Matera, in località Sarra, per un costo di investimento di 4 milioni e 490mila euro; il potenziamento dei depuratori a servizio dell’abitato di Matera, in località Pantano, per un costo di investimento di poco meno di 5 milioni (già completato), e il potenziamento dei depuratori di località Lamione, per un investimento di 1 milione e 813mila euro.

In provincia di Potenza, invece, spicca il caso di Rionero in Vulture, dove, come a Matera, l’agglomerato è non conforme all’articolo 4 della direttiva 91/271 Cee, mentre è conforme all’articolo 3, poiché il 100 per cento del carico collettato confluisce agli impianti di trattamento. È prevista la realizzazione di un impianto consortile a servizio dell’abitato di Rionero in Vulture e di Atella, con la realizzazione dei relativi collettori fognari per ridurre i costi gestionali e migliorare l’efficienza depurativa. Il costo dell’investimento è di 3,3 milioni di euro a valere sul Po-Fesr 2014-20. L’inizio dei lavori era previsto per ottobre 2020 e l’ultimazione degli stessi, con la raggiunta conformità dell’agglomerato, entro aprile 2023; ma il bando è stato pubblicato con scadenza settembre 2023 e ad oggi i lavori, se sono partiti, sono appena iniziati.

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