Favorire la diagnosi precoce delle malattie genetiche e salvaguardare la salute della donna, sia sotto l’aspetto fisico sia sotto l’aspetto psicologico, dall’ esperienza traumatica dell’aborto.
È un obiettivo duplice quello a cui punta la proposta di legge sulle malattie genetiche e la diagnosi pre-impianto che il Consiglio regionale si prepara ad approvare. La pdl dal titolo «Misure dirette a garantire le prestazioni sanitarie di diagnosi preimpianto (Pgt)» - presentata dal consigliere regionale di «Basilicata oltre», Giovanni Vizziello - è stata approvata all’unanimità in Quarta Commissione iniziando così l’iter che la porterà in Consiglio regionale, per il via libero definitivo. Tanto che sono gli stessi firmatari -oltre a Vizziello, Perrino (M5s), Bellettieri (Fi), Cifarelli (Pd), Trerotola (Pl) e Giorgetti (Gm) - ad evidenziare che si tratti di un risultato importante. Soprattutto perché - una volta divenuta legge regionale - consentirà alle coppie che si sottopongono alla fecondazione assistita e che oggi devono pagarsi di tasca propria gli esami ed i test legati alla diagnosi pre-impianto di farlo a carico del Servizio sanitario regionale.
«La proposta di legge risponde all’esigenza di salvaguardare la salute della donna, consentendole di acquisire “prima” una informazione su una possibile anomalia del feto che le permetterebbe di evitare di assumere solo “dopo” una decisione come quella appunto relativa all’aborto terapeutico, notevolmente pregiudizievole per la sua salute» commenta il consigliere regionale Vizziello che evidenzia anche sugli aspetti economici connessi alle attuali norme. «Oggi la diagnosi pre-impianto non essendo ancora inserita nei Livelli essenziali di assistenza obbliga le coppie che la richiedono la sua esecuzione ad oneri a proprio carico - continua l’esponente di “Basilicata oltre” - e questo rappresenta un limite rilevante alla effettività del diritto alla diagnosi pre-impianto sancito dalla pronuncia della Corte Costituzionale. Fino a pochi anni fa esistevano tre livelli di diagnosi per la prevenzione o la cura di patologie a carico del prodotto del concepimento: la diagnosi preconcezionale e i test genetici prenatali come il nipt. A questi test – aggiunge Vizziello - negli ultimi anni, si è affiancata ed affermata nella routine clinica, la diagnosi preimpianto, che rappresenta una assoluta novità in termini di approccio alla diagnosi precoce di malattie genetiche del prodotto del concepimento, perché interviene prima che l’embrione si impianti.Ciò comporta la possibilità di evitare il trasferimento di embrioni affetti da patologia e in definitiva di evitare fallimenti di impianto, aborti spontanei e aborti terapeutici».
Sessantamila euro l’anno (per il 2024 ed il 2025) lo stanziamento che è previsto nella norma e che - nelle intenzioni - servirà ad evitare che i lucani che si sottopongano alla diagnosi pre-impianto debbano pagarsi le spese, rendendole, invece, a carico del sistema sanitario regionale.