VENOSA - È qui l’agricoltura 4.0, l’agricoltura di precisione che consente di abbattere i costi dell’energia e, di riflesso, mantenere inalterato il prezzo al consumatore. Il comparto vitivinicolo lucano, tra mille difficoltà, riesce a produrre anche eccellenze che guardano al futuro nell’ottica di garantire da un lato la qualità del prodotto e dall’altro la sostenibilità. Ambientale ed economica. La cooperativa Cantina di Venosa è tra le top 15 aziende in Europa con la certificazione Equalitas EEE (equità, economicità e d ecologia), per il quarto anno di fila ha il bilancio certificato di Industria Felix ed è la prima azienda vitivinicola in Basilicata - tra le poche in Italia - ad aver pubblicato il bilancio della sostenibilità, certificazione che in alcuni mercati, come quelli della Scandinavia e del Canada, risulta necessaria addirittura per accedere agli scaffali. Prima o poi, insomma, anche in Italia si arriverà a questo.
Cantine di Venosa ha portato a compimento un percorso cominciato nel 2012, anticipando tutti sui tempi, con l’installazione di un innovativo impianto fotovoltaico da 200 kwatt (non ha bisogno di luce diretta, ma di luce diffusa) sistemato su circa 3.500 metri di tetti. È un sistema che rende indipendente l’azienda per quanto riguarda la produzione di energia e abbatte i costi: in pratica, in un anno, la bolletta energetica, nonostante gli ultimi rincari, non supera i 7mila euro. A completare un modello sostenibile tout-court, Cantina di Venosa utilizza per le etichette soltanto colle vegetali, vetro e carta riciclata e, soprattutto, un sistema di monitoraggio dei vigneti all’insegna dell’alta tecnologia: «Grazie a un satellite - sottolinea Francesco Perillo che oltre ad essere presidente della cooperativa è alla guida del Consorzio di tutela dell'Aglianico del Vulture - abbiamo la possibilità di fare interventi mirati dal punto di vista agronomico, riducendo l’impatto chimico. Il trattamento si fa solo quando è strettamente necessario e non preventivo, a cascata. Quando registriamo uno stress per siccità si attiva automaticamente il sistema di irrigazione di soccorso e, in base alle immagine del satellite, calibriamo i vari trattamenti, a cominciare dalla concimazione, oltre a stabilire dove le uve sono più mature per iniziare il raccolto».
Forte di una crescita sul mercato del 169 per cento durante i tre anni della pandemia, Cantina di Venosa guarda sempre più all’estero per ampliare la propria rete di vendita: «Produciamo - conferma Perillo - 2 milioni di bottiglie all'anno ed esportiamo in tutto il mondo, compreso l’Asia dove apprezzano in particolare la Malvasia di Basilicata». Oltre all’Aglianico del Vulture, dunque, c’è di più. Si beve lucano in ogni latitudine. Rosso o bianco che sia, è il prodotto di un lavoro che condensa professionalità, ambiente e innovazione.