La loro prima preoccupazione quotidiana è il bollettino medico. È come se fosse uno di famiglia, un padre, un nonno, un parente in ospedale. I «berlusconiani doc» - che albergano anche oltre il recinto partitico di Forza Italia - seguono con apprensione le notizie che giungono dall’ospedale San Raffaele di Milano. I più attenti sembrano essere i tifosi del Milan, tra i quali c’è chi lo incensa per i trent’anni di successi dei rossoneri in Italia e in Europa.
Magari sperano in un ritorno di fiamma a Milanello. Con annesso il fido Galliani. Poi ci sono i «forzisti» della prima ora, quelli che hanno accompagnato la «scesa in campo» del Cavaliere e che oggi, come allora, gli professano fedeltà e lealtà. Nella Basilicata delle prefiche di demartiniana memoria c’è chi si affretta a precisare che non c’è nulla di costruito, di artefatto, di falso nel sentimento di vicinanza a Berlusconi in questi giorni così difficili.
Sui social, in particolare, è un pullulare di messaggi di incoraggiamento, di speranza, di fiducia: «Sei un leone», «tornerai più forte di prima», «vincerai anche questa battaglia» fino a «sei un duro», reinterpretando il mantra della Lega che fu. Qualcuno rispolvera un selfie di rito come l’avvocato Miriam Paradiso di Potenza che, esortando il Cav a non mollare, ricorda una frase pronunciata dallo stesso Silvio: «Chi ci crede, combatte. Chi ci crede supera tutti gli ostacoli. Chi ci crede, vince». Analogo messaggio lanciato da Fabrizio Fiorini, uno dei fondatori di Forza Italia nel capoluogo lucano, da sempre sostenitore di Berlusconi. In quel suo «Silvio non mollare», corredato da immancabile selfie su Facebook, c’è l’appello di chi considera l’ex premier una figura imprescindibile del panorama nazionale. Politico e imprenditoriale.
